Cellole – Incendiò l’auto dell’ex, la difesa di Casale tenta di indebolire l’impianto accusatorio: ci sono lacune investigative

CELLOLE – E’ stata una udienza importante quella che si è svolta pochi giorni prima di Natale presso il Tribunale di Perugia nel processo a carico di Pierluigi Casale attuale comandante della Polizia Municipale di Cellole e responsabile di altre aree nello stesso municipio. Sono stati ascoltati alcuni testimoni fra cui gli agenti della Polizia Stradale che la notte dell’incendio dell’auto della vittima, fermarono in un posto di blocco la vettura guidata da Casale, odierno imputato. Gli agenti nel rispondere alle domande dei giudici hanno sostanzialmente confermato quanto dichiarato in sede di indagini, gli orari confermano la tempistica ipotizzata dall’accusa. Sono stati poi ascoltati altri investigatori che hanno ricostruito i fatti che hanno portato al processo in corso, confermando quanto emerso in sede di indagine.
La difesa dell’imputato mette in evidenza alcune lacune investigative che non avrebbero permesso – proprio perché non svolte – di avere un quadro più completo dei fatti. Secondo la difesa non sarebbe stata fatta la necessaria analisi per capire come e con cosa Casale avrebbe bruciato l’auto della sua ex.
Inoltre, secondo la difesa, non ci sarebbero prove sufficienti sul riconoscimento da parte dei vicini di casa dell’uomo che sarebbe stato visto allontanarsi subito dopo l’esplosione delle fiamme.
Anche in merito alle registrazioni video che riprendono l’auto in transito nei pressi della casa della vittima, la difesa di Casale ha evidenziato che non vi è certezza che trattasi della vettura di Casale, il fatto che sia una Mercedes Classe A, non significa automaticamente che sia quella di Casale.
Per contro i difensori della vittima, Dalma Migliorati, hanno evidenziato una serie di circostanze e fatti che puntano contro l’imputato, come, ad esempio, il telefonino che agganciava una cella vicina al luogo dell’incendio, all’ora dell’incendio.
Casale, secondo l’accusa mossa dalla Procura della Repubblica di Perugia, sarebbe anche responsabile dell’incendio dell’auto della donna. Fiamme che avevano avvolto anche altre due vetture di condomini. Ad incastrare l’uomo, secondo la Procura, le immagini di un distributore e l’aggancio del suo cellulare alle celle telefoniche vicino all’abitazione della donna.  Casale ha sempre respinto ogni accusa affermando di aver fatto molti regali alla donna, tra viaggi, lavori in casa, prestiti, per oltre 10mila euro; soldi finiti al centro di un contenzioso in sede civile tra i due.
La prossima udienza è fissata per la fine di questo quando saranno ascoltati ulteriori testimoni citati dalla Pubblica accusa.

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