La Sindrome dell’Abbandono: quali effetti nelle relazioni?

(Di Nicole Cusano) La paura di essere abbandonati e di rimanere soli è un tema universale che tocca profondamente l’animo umano. In particolare, la sindrome dell’abbandono è un disturbo psicologico che si manifesta attraverso una costante e irrazionale paura di essere lasciati, isolati o non amati. Questo stato di ansia è legato a esperienze passate, spesso traumi emotivi e difficoltà relazionali, che portano una persona a vivere con una sensazione di inadeguatezza e un bisogno eccessivo di rassicurazione dagli altri.   La sindrome dell’abbandono non è un disturbo psicologico ufficialmente riconosciuto nei manuali diagnostici come il DSM-5, ma è un concetto ampiamente discusso nella psicologia. Rappresenta una condizione emotiva in cui la persona sviluppa una forte paura di essere lasciata o rifiutata da coloro che ama. Questa paura può essere il risultato di esperienze di abbandono o di relazioni disfunzionali vissute in passato, in particolare nell’infanzia, ma anche di dinamiche familiari complesse, come un’assenza emotiva o fisica da parte dei genitori.   Le persone con la sindrome dell’abbandono tendono a vivere con un senso di insicurezza cronico, che può manifestarsi in vari modi: costante ricerca di conferme da parte degli altri, paura di entrare in relazioni intime o, al contrario, un attaccamento eccessivo e ossessivo. In alcuni casi, tale paura può condurre a comportamenti di dipendenza, in cui l’individuo fa di tutto per non “perdere” la persona che considera importante, anche a costo di sacrificare il proprio benessere. Le origini della paura di rimanere da soli sono strettamente legate alla relazione che si sviluppa nei primi anni di vita tra il bambino e i suoi genitori o le principali figure di riferimento. Secondo la “teoria dell’attaccamento” di John Bowlby un attaccamento sicuro con i genitori sembra fornire al bambino una base emotiva solida, che gli consente di affrontare le difficoltà della vita con una certa serenità. Tuttavia, se questo attaccamento è instabile o insufficiente, il bambino potrebbe sviluppare un senso di insicurezza che si ripercuote nelle relazioni adulte.   In particolare, un attaccamento “ansioso-ambivalente” può portare a un bisogno costante di conferme e rassicurazioni. I bambini che non ricevono un’attenta cura emotiva o che vivono esperienze di separazione traumatica (come un abbandono, un divorzio o un lutto), ed in questo caso parliamo di “attaccamento disorganizzato”, possono crescere con la convinzione che l’amore sia instabile e che l’abbandono sia una costante minaccia. Questo schema di attaccamento non si limita alla sfera familiare ma si estende anche alle relazioni future, dove il soggetto tende a proiettare questa paura di essere abbandonato, anticipando il rifiuto e cercando di controllare la relazione per evitare il dolore della separazione.

Le manifestazioni della Sindrome dell’Abbandono

Le persone che soffrono di questa sindrome sperimentano un’ampia gamma di emozioni e comportamenti, tra cui:

  1. Ansia e Preoccupazione Costante: timore che i propri partner, amici o familiari possano lasciarla. Questo porta a un’ansia costante che può influire sulla qualità della vita quotidiana.
  1. Comportamenti Ossessivi e Dipendenti: Un attaccamento eccessivo e il desiderio di “controllare” la relazione possono portare a comportamenti intrusivi, come l’invio di messaggi incessanti, il monitoraggio costante o il sacrificio dei propri bisogni per compiacere gli altri.
  1. Difficoltà nel Gestire le Separazioni: Anche separazioni minori, come un breve distacco fisico o emotivo, possono sembrare devastanti per chi soffre di questa sindrome. La solitudine viene vissuta come una minaccia insostenibile.
  1. Bassa Autostima: Le persone con la sindrome dell’abbandono spesso si sentono indegne di amore e approvazione, e credono che gli altri li lasceranno se non soddisfano costantemente le aspettative altrui.
  1. Relazioni Disfunzionali: La paura di essere abbandonati può portare a relazioni disfunzionali, dove una persona tende a rimanere in situazioni emotivamente dannose pur di non affrontare il dolore della separazione.

La sindrome dell’abbandono può avere un impatto significativo sulla vita emotiva e relazionale di una persona. Se non trattata, può condurre ad un circolo vizioso in cui l’ansia e la paura di essere lasciati alimentano comportamenti autodistruttivi e relazioni malsane. Il rischio maggiore è quello di isolarsi sempre di più, intrappolati nella paura di rimanere soli. Il trattamento di questa sindrome richiede un approccio psicoterapeutico che affronti le radici della paura e promuova la crescita dell’autostima e dell’indipendenza emotiva. Tra le terapie più efficaci troviamo la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) che aiuta a identificare e modificare i pensieri irrazionali legati alla paura dell’abbandono e a sviluppare nuove abilità per gestire l’ansia e l’angoscia. E’ fondamentale lavorare su se stessi per sviluppare una maggiore indipendenza emotiva, imparando a coltivare una solida autostima e a vivere in modo equilibrato senza dipendere eccessivamente dagli altri ed avere relazioni più sane. Riconoscere e affrontare le proprie paure è un passo fondamentale per il benessere emotivo e per la realizzazione di una vita più serena e soddisfacente.

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