Sessa Aurunca (di Tommasina Casale) – La cittadina ha accolto stamattina il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, per un evento ufficialmente legato al Consorzio di Bonifica del Basso Volturno. Ufficialmente, appunto. Perché, a parte una generica menzione a qualche progetto non meglio identificato, l’incontro si è trasformato in uno dei soliti monologhi del Governatore. Una volta lo chiamavamo “show”, ma purtroppo, a giudicare dalle facce in sala, le battute hanno perso il loro smalto e le risate, semplicemente, non arrivano più. De Luca, nel suo inconfondibile stile, ha trovato tempo per parlare di tutto, dalle eccellenze campane alle “schifezze” della cucina molecolare. E come non citare la sua grande passione per la mozzarella di bufala? Secondo il Governatore, la vera mozzarella si produce solo in Campania, e al Nord farebbero meglio a chiamarla in un altro modo. Un’affermazione che suona come musica stonata agli allevatori casertani, che da anni combattono contro l’incubo della brucellosi e contro una politica fallimentare della regione per espellerla con gli abbattimenti dei capi. La scena era surreale, perché in sala c’era Gennaro Oliviero, presidente del consiglio regionale e un tempo paladino degli allevatori di bufale. Sì, proprio lui, che anni fa aveva avuto un sussulto di ribellione contro la gestione fallimentare della regione. Ma si sa, il coraggio ha un prezzo, e De Luca non è noto per la sua tolleranza verso i dissidenti. Così, Oliviero ha messo da parte le battaglie e si è accomodato a quel tavolo, in rigoroso silenzio, lasciando che fossero gli allevatori a continuare a lottare da soli. E il nuovo ospedale di Sessa Aurunca? Naturalmente, un accenno c’è stato, ma giusto il minimo sindacale. Ormai il cantiere è una leggenda metropolitana, utilizzata come bandiera elettorale. A occhio e croce, ci vorranno altre due o tre campagne elettorali prima di vedere i lavori finiti. Infine, immancabile, il consueto affondo di De Luca contro la cucina molecolare, definita senza mezzi termini “una porcheria”. Un lessico che forse poteva strappare una risata qualche tempo fa, ma che oggi appare stanco e ripetitivo. Quindi, l’incontro di Sessa Aurunca è stato un perfetto esempio di come la politica possa trasformarsi in teatro, ma senza l’energia, l’ironia e, soprattutto, la capacità di far sorridere. Chissà, forse la vera eccellenza campana da riscoprire sarebbe un po’ di autocritica.
