Vairano Patenora / Pastorano – Funzionava così: su richiesta della dirigente scolastica Angela Rosa Ciotola veniva generata la comunicazione obbligatoria di lavoro – meglio nota come Unilav – con cui gli aspiranti docenti dichiaravano di aver prestato servizio presso l’istituto paritario come insegnanti e per mezzo della quale venivano dispensati dalla preselezione nel percorso utile al conseguimento del Tfa, senza aver mai versato alcun contributo Inps e avendo quasi tutti un rapporto lavorativo in atto.
La mattina del 23 aprile, i coniugi Ruggieri-Fiorilli e il padre di uno degli indagati, hanno raggiunto in auto l’istituto paritario in provincia di Caserta. Qui, con il concorso decisivo della dirigente scolastica Ciotola e con l’ausilio di una collaboratrice dello studio dell’avvocatessa di Stornarella, avrebbero realizzato ulteriore documentazione artefatta da consegnare agli aspiranti insegnanti, che nel pomeriggio dello stesso giorno l’avrebbero raggiunta nel suo studio di Foggia per concordare una strategia difensiva comune.
L’ordinanza cautelare sul caso delle attestazioni false per insegnare è racchiusa in 43 pagine, al centro del “sistema” ci sarebbero l’avvocatessa 52enne di Stornarella, Antonietta Ruggieri, il marito 54enne Carmelo Fiorilli e la dirigente dell’istituto paritario “Garibaldi” di Vairano Patenora in provincia di Caserta, Angela Rosa Ciotola, 35 anni.
Per tutti e tre sono scattati gli arresti domiciliari. Altre nove persone, i finti insegnanti, risultano indagate e hanno subito interdizioni. Si tratta di Federica Catucci di Cerignola, 29 anni, Licia Nigro di Stornarella, 48 anni, Nicola Monaco di Stornarella, 44 anni, Donatella Quinto di Stornarella, 41 anni, Alfredo Costa di Stornarella, 35 anni, Giuseppe Pelullo di Stornarella, 41 anni, Christian Fiorilli di Cerignola, residente a Foggia, 21 anni, Lucia Longo di Carapelle, 43 anni e Mariarita Michela Fiorilli di Foggia, 41 anni.
Stando all’accusa, la Ruggieri quale intermediario, Ciotola come dirigente del “Garibaldi”, avrebbero indotto in errore gli uffici scolastici “mediante la realizzazione di certificati falsi e la presentazione di comunicazioni Unilav da cui risultava, contrariamente al vero, un rapporto lavorativo con la Scuola Garibaldi per gli anni 2018-2022 in realtà inesistente”. Così facendo avrebbero dato modo ad altri indagati “di iscriversi nelle graduatorie nell’ordine progressivo derivante dai punteggi, alla luce dei titoli dichiarati riconoscendo così punteggi non spettanti con conseguente maturazione del titolo di insegnamento”.
Per gli atti falsi la giudice parla di “decisiva e imprescindibile partecipazione criminosa, accanto ai singoli indagati, di Ruggieri e Ciotola”. Dopo le notifiche dei carabinieri, gli indagati, in particolare Ruggieri e marito, sarebbero entrati “in evidente fibrillazione – si legge nell’ordinanza -, determinata dalla scoperta dello svolgimento delle investigazioni”. L’obiettivo della coppia sarebbe stato “quello di istituire una strategia defensionale comune, mediante il ricorso ad un unico professionista, che potesse consentire – tramite l’attività consistente nel concordare una falsa versione unitaria – di ostacolare l’attività di accertamento”. Riguardo al giro di atti falsi, appare eloquente una frase intercettata durante una conversazione tra Mario Costa, Carmelo Fiorilli e la Ruggieri. Costa: “Allora ti ho mandato sulla mail di Antonella il certificato di Alfredo. Quello lo salvi. Poi vai avanti. Ti mandiamo volta per volta i certificati che devi modificare. Devi togliere Costa Alfredo e devi mettere i nomi che ti arriveranno”.
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