Sparanise – Infiltrazione mafiosa in comune, quando la mistificazione diventa ridicola e insopportabile ripristinare la verità è un dovere

Sparanise – Da qualche settimana su alcuni gruppi e pagine social si è costretti a leggere delle fantasiose e irritanti mistificazioni della realtà; una mistificazione messa in campo, probabilmente, da qualche politico locale, amplificata attraverso qualche media per rendere più credibile la mistificazione stessa.
La mistificazione della realtà messa in campo sembra avere un solo scopo: gettare cattiva luce sulla lista capeggiata da Fabrizio De Pasquale, accostare questa lista a figure “oscure” della zona quasi come se fosse colluso con la malavita.
La mistificazione, probabilmente, tenta di far passare come “santi e angeli” quelli del gruppo di Sparanise in Movimento, quello stesso gruppo capace di esprimere l’ex amministrazione guidata dall’ex sindaco Salvatore Martiello; amministrazione che – per decisione del Prefetto, del Ministro degli Interni e del Presidente della Repubblica – venne sciolta per infiltrazione malavitosa in municipio.
E non si è trattò di uno scioglimento “preventivo” come affermato, alcuni giorni fa, dall’ex sindaco Martiello attraverso un video-comizio con il quale ha invitato i cittadini di Sparanise a continuare a sostenere la lista Sparanise in Movimento guidata dall’aspirante sindaco Nico Cerullo.
Non fu scioglimento preventivo perché la commissione di accesso accertò una serie di azioni con cui l’amministrazione Martiello avrebbe favorito la malavita organizzata. Questi sono fatti, tutto il resto sono parole tese a mistificare la realtà. Per dovere di verità è necessario ripercorrere i punti salienti che hanno portato allo scioglimento dell”ex amministrazione Martiello, espressione di Sparanise in Movimento

Le accuse del Ministro degli Interni:
Sono pesanti come un macigno le parole usate dal Ministro degli Interni nella relazione inviata al presidente della Repubblica in merito alla vicenda dello scioglimento del consiglio comunale del paese. La figura dell’ex sindaco Salvatore Martiello viene dipinta come colui che non curava affatto gli interessi della comunità, bensì favoriva interessi economici della malavita organizzata oltra a curare i propri interessi personali.
La relazione prefettizia, scrive il Ministro, redatta a conclusione dei sei mesi di ispezione presso la casa comunale, ha rilevato la sussistenza di cointeressenze e frequentazioni tra esponenti delle locali consorterie mafiose ed alcuni amministratori comunali, compreso il primo cittadino, il cui modus operandi nell’amministrare la cosa pubblica – come evidenzia il prefetto di Caserta – è apparso favorire gli interessi economici di imprese e soggetti espressione del clan camorristico egemone su quel territorio, oltreché il perseguimento di interessi personali consistenti nella scelta dei soggetti da assumere, tra i quali anche propri familiari, presso le Imprese favorite. Il provvedimento giudiziario – perquisizione con sequestro di atti e apparecchiature a carico di diverse persone e aziende – attuato alcuni mesi dalla Procura Antimafia di Napoli ha messo in luce il radicamento, nel territorio del comune di Sparanise, della criminalità organizzata di stampo mafioso, e rapporti di contiguità tra amministratori comunali e ambienti malavitosi. La commissione di accesso, scrive il Ministro, ha fatto “ampio riferimento a dati, situazioni ed episodi riferiti ad amministratori locali e dipendenti, segnalando una serie di cointeressenze e di elementi indiziari, concreti, univoci e rilevanti, su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata o su forme di condizionamento a partire da quelli rilevati, come evidenziato, a carico del sindaco di Sparanise.

La sentenza dei Giudici del TAR
… le attività investigative hanno acclarato come l’ex primo cittadino di Sparanise offrisse la propria disponibilità (come nel febbraio 2020) ad incontri riservati con Capriglione Pasquale, autentico dominus di una rete di imprese nate per assicurare il controllo del settore dei servici socio-sanitari a vantaggio di esponenti del clan dei Casalesi, storicamente federato con il locale clan Papa, incontri che avevano il fine specifico di fornire indebitamente utili indicazioni sulle gare pubbliche di interesse e sullo sviluppo dei relativi rapporti contrattuali. La ricerca di occasioni di incontro con soggetti partecipi a quella rete di impresa si sviluppa, poi, nei numerosissimi contatti telefonici registrati (ben 117, dai quali emerge una particolare predilezione dell’utilizzo del social Whatsapp), che recano anche sollecitazioni all’assunzione di nominativi segnalati dal Martiello presso le predette società cooperative colluse con la criminalità organizzata”.
La sentenza emessa dai giudici del Tar del Lazio, conferma, in sostanza, le conclusioni della Commissione di Accesso che con il proprio lavoro ha spinto il Ministro a sciogliere il consiglio comunale perché condizionata dalle organizzazioni malavitose. I giudici laziali hanno sposato in pieno le osservazioni avanzate dall’avvocatura dello Stato: “… la direzione verso cui si muoveva l’amministrazione comunale era volta ad aprire spazi di ingerenza ad interessi economici riconducibili alla criminalità organizzata; rilevanti in quanto involgenti distorsioni dell’attività e dell’imparzialità dell’ente nonché dell’assetto economico-finanziario delle commesse pubbliche afferenti soprattutto all’affidamento dei servizi sociali nell’ambito del cosiddetto terzo settore, di particolare interesse per la criminalità organizzata”.
L’avvocatura dello Stato ha messo in evidenza, inoltre, anche il legame fra l’ex sindaco Salvatore Martiello e l’imprenditore Pasquale Capriglione, un legame che ha attirato anche l’attenzione degli investigatori dell’Antimafia di Napoli che circa due anni fa perquisirono le loro abitazioni e gli uffici dell’Ambito Sociale di cui Sparanise è Capofila.
“… il legame tra l’ex sindaco Martiello e Pasquale Capriglione è stato evidenziato dalla Commissione di accesso sulla base degli elementi forniti dagli Organi di Polizia Giudiziari nell’espletamento di indagini penali relative ad alcune procedure di affidamento della gestione di servizi socio-assistenziali a talune cooperative, ritenute dagli stessi organi investigativi espressione del clan dei casalesi. In particolare, si rileva che la Squadra Mobile della Questura di Caserta, unitamente al Servizio Centrale Operativo e alla Squadra Mobile di Napoli, in data 10 dicembre 2021, nel dare esecuzione al decreto di perquisizione personale, informatica e locale, ha proceduto anche nei confronti dell’ex Sindaco di Sparanise, Salvatore Martiello, indagato per i reati di cui agli artt. 319 e 416 bis 1, comma 1, c.p., in quanto, unitamente ad altri soggetti, tra cui Pasquale Capriglione1, – attraverso accordi volti ad elaborare l’invio di una comunicazione avente ad oggetto la necessità di utilizzare le intere risorse a disposizione dell’Ente per il soddisfacimento dei servizi – turbavano il procedimento diretto a stabilire il contenuto del bando al fine di condizionare le modalità di  scelta del contraente riuscendo per l’effetto di tale condotta ad aggiudicare al Consorzio NESTORE  l’affidamento dei servizi di cura all’infanzia Micronido per un valore complessivo pari ad € 158.550,00, attraverso procedura negoziata basata su trattativa privata”.

 

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