Santa Maria Capua Vetere – “Quell’agente seduto in fondo all’aula mi disse di essere stato denunciato per le violenze ai detenuti e che io avrei dovuto dire al pm che non c’entrava nulla con i pestaggi. Ora ho paura di tornare a casa, perché dopo quello che ho detto oggi potrei avere problemi con la polizia penitenziaria”. Così l’ex detenuto Vincenzo Matrone, nell’udienza del processo sui pestaggi avvenuti il 6 aprile 2020 al carcere di Santa Maria Capua Vetere (Ce), ha indicato in aula l’agente imputato Pasquale Trispellino, accusandolo di aver provato a indurlo a non testimoniare contro di lui perché non responsabile di quanto accaduto il 6 aprile. Il Matrone ha poi dichiarato che effettivamente non ricorda se questo ispettore fosse presente il 6 aprile. Matrone è una vittima dei pestaggi e si è costituito parte civile nel processo.
Matrone, sempre in sede di esame del Pm, ha poi raccontato di aver subito duri pestaggi il 6 aprile, a causa dei quali avrebbe riportato anche una frattura del braccio sinistro, tenuta nascosta per timore degli agenti e per questo ingessata solo il 26 aprile 2020, dopo 20 giorni.
In particolare sul punto il teste ,in sede di esame, ha dichiarato i: “Non denunciai subito le violenze per non essere picchiato di nuovo (è stato sentito la prima volta oltre un anno dopo i fatti, nell’agosto 2021, ndr); avevo anche un braccio rotto per un colpo subito, ma non dissi nulla per paura, poi dopo 20 giorni mi inviarono all’ospedale di Aversa per una radiografia, e mi misero il gesso”.
Su domanda della Procura ha anche precisato che in quei venti giorni aveva il braccio sinistro gonfio e non lo poteva muovere per il dolore. C’è poi l’episodio della barba bruciata, che viene prima datato da Matrone il 6 aprile, poi, in seguito alle contestazioni del pm, inquadrato il 7 aprile, senza alcuna indicazione nominativa di agenti. Il teste ha poi riconosciuto in foto alcuni agenti che avrebbero pestato detenuti.
La difesa, in sede di controesame, ha evidenziato molte contraddizioni nella deposizione del teste. Per quanto riguarda in particolare la questione della presunta frattura del braccio sinistro e della barba, attraverso la visione del video relativo al 7 aprile 2020 (il giorno successivo ai fatti del 6 aprile) si è visto il Matrone intento a scendere al passeggio mentre alza il braccio sinistro per salutare altri detenuti presenti al di là del cancello. Inoltre nello stesso video si nota Matrone con la barba incolta. Due smentite del teste particolarmente rilevanti e che, unitamente altre altre contestazioni sollevate dalle difese, ne minano l’attendibilità. Il processo riprenderà il 23 ottobre p.v. Con l’escussione di altri 6 testi persone offese . A rappresentare l’ufficio di Procura erano presenti in aula la dott.ssa Pannone, la Dott.ssa Pinto e il dott. Milita. Per le difesa sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Carlo Angelo Raucci, Giuseppe Stellato, Carlo De Stavola, Rosario Avenia, Luca Tornatora, Edoardo Razzino, Fabrizio Zarone, Dario Mancino, Carlo De Benedictis.
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