CELLOLE – Non furono solo le macchine della vittima e del presunto assassino ad entrare in quella stradina interpoderale in località Pantano. Arriva, infatti, seppur con dilazione temporale, una terza vettura. Ascoltato dai carabinieri il conducente della Fiat Multipla assicura di non aver visto né fumo né l’auto bruciata, né il cadavere. Eppure entra in quella traversa alle ore 16e15 meno di due ore dopo l’uscita della vettura di Angelo Gentile. Se, come afferma la Procura l’omicidio di Pietro Caprio e il successivo incendio dell’auto con all’interno il suo cadavere, è avvenuto intorno alle 14e30 come mai il conducente della Multipla non ha visto la colonna di fumo? E perché non l’ha vista (la colonna di fumo) nessun’altra persona della zona? Eppure una vettura che brucia sprigiona fumo denso e nero, impossibile da non vedere durante il giorno.
Come mostrano le foto estratte dal sistema di videosorveglianza della zona, l’auto di Gentile è la prima ad entrare nella stradina interpoderale del Pantano. Sono le ore 14e21 del 03 novembre 2023. Pochi secondi dopo le telecamere immortalano la vettura guidata da Pietro Caprio seguire quella di Gentile. Alle ore 14e18 la Palio guidata da Gentile esce dalla traversa e si immette sulla provinciale, probabilmente per tornare a casa visto che abita poco lontano.
Alle ore 16e15 dello stesso giorno in quella traversa entra una Multipla guidata da un uomo di Cellole, la stessa auto esce (quindi ritorna sulla provinciale) alle ore 16e18. Nei tre minuti rimasto in quella strada l’uomo – così come dichiarato ai carabinieri – avrebbe verificato la presenza di funghi su un tronco d’albero. Assicura di non aver visto né l’auto incendiata, né la colonna di fumo. Per quel delitto è accusato Angelo Gentile, ultra ottantenne di Cellole, la cui difesa è affidata all’avvocato Gabriele Gallo.
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