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PRESENZANO – Depuratore, l’Arpac sbaglia i rilievi e il comune paga, inutilmente, una multa di 20mila euro

Presenzano. Un rilievo errato dell’Arpac, risalente al marzo del 2003, è costato caro al Comune di Presenzano, pur in assenza totale di colpa. Infatti, dopo una verifica dei tecnici al depuratore del Comune, in località Casamamma, la Provincia contestò al piccolo Comune dell’Alto Casertano il superamento dei limiti indicati in tabella per lo scarico delle acque superficiali. La Regione, sulla base di quel rapporto, ordinò quindi al Comune di pagare una multa di ben 20.012 euro. In realtà, i rilievi dei tecnici dell’Arpac erano errati: lo ha stabilito adesso il giudice del Tribunale di Cassino, che nella sentenza depositata qualche settimana fa ha condannato il Comune a pagare tutte le spese di giudizio, posto che quella multa irrogata dalla Regione non doveva proprio essere pagata. Sulla base della documentazione depositata in giudizio dalla EnelPower e soprattutto dalla Ditta Malinconico Spa (il Comune dopo aver pagato incautamente la multa citò le due società per rivalersi della somma), è risultato che i rilievi dell’Arpac facevano riferimento a parametri in realtà non validi per il Comune di Presenzano, a causa di una probabile svista nelle varie tabelle di riferimento. Ergo: il Comune di Presenzano, che all’epoca dei fatti si serviva della Malinconico Spa per la gestione degli impianti, era assolutamente in regola. Incautamente, però, gli uffici municipali non esitarono a pagare i 20.000 euro, e non informarono dell’accaduto EnelPower e Malinconico Spa, che avrebbero invece fornito tutti gli incartamenti necessari a dimostrare l’infondatenza dei rilievi Arpac e la conseguente illegittimità della sanzione. Cosa poi avvenuta in giudizio, al termine del quale, appunto, il giudice ha dichiarato soccombente il Comune di Presenzano. Non solo, quindi, l’ente si è trovato a pagare, all’epoca dei fatti, una multa che non gli era dovuta, ma adesso dovrà anche assumere l’onere delle spese di giudizio. Senza contare le ulteriori spese legali per i suoi avvocati difensori. A conti fatti, da tutta la vicenda, la superficialità dei funzionari comunali e degli amministratori dell’epoca è costata al Comune circa 30.000 euro. Anche questa, dopotutto, può definirsi “allegra finanza”.

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un commento

  1. Ma nei procedimenti pubblici esiste da tempo il responsabile del procedimento, chiedano il nome all’ARPAC e gli facciano l’ingiunzione del danno, dandone informazione alla Corte dei Conti.