CASERTA – Nuova intervista del pentito ed ex boss dell’organizzazione criminale egemone nell’agro, Carmine Schiavone, rilasciata questa volta alla direttrice di Tv Luna Francesca Nardi. “Uscendo tutto fuori non avranno più interesse ad ammazzarmi”. Teme per la sua vita, dunque. Carmine Schiavone perché, come afferma davanti alle telecamere, “hanno già tentato di avvelenarmi”, il pentito ha iniziato a sviscerare tutto quello che ruota attorno ai pentiti, tirando in ballo anche politici romani, deputati ed ex ministri. “Hanno tentato in tutti i modi di screditarmi. Come quando, nei 2008. fecero una perquisizione in casa e trovarono un fucile ed una carabina regolarmente detenuti ed arrestarono me e mio figlio Maurizio”. Proprio alla sua famiglia. Schiavone dedica un passaggio della sua intervista, affermando: “lo non mi fido del mio primo figlio. Lo feci mettere sotto scorta per evitare che lo ammazzassero, anche se lui era parte integrante di loro (il clan dei Casalesi, ndr). Infatti lo feci inserire nel programma di protezione ma chiesi che fosse mandato lontano da me”. Schiavone ammette di non aver paura “perché chi ha paura muore cinque volte” ma dichiara che tutta la sua verità sarà raccontata in un libro. “Poi me ne scapperò” afferma con un sorriso che però assomiglia molto più ad una smorfia. Ed aggiunge: “lo ho paura solo dello Stato, anzi di una parte dello Stato. Se pensate che ho dovuto cambiare decine di scorte…”. Poi parla del suo pentimento: “Quando mi sono pentito l’ho fatto seriamente, riempiendo seimila pagine di verbali, lo sono stato minacciato dalla Dia di Napoli. Mi hanno revocato il servizio di protezione. Ho fatto denuncia al Tar ed hanno perso. Perché scrissero che io non ero andato a fare dei processi, ma in realtà io ero operato”. E tutto sarebbe iniziato quando ha iniziato a parlare di pezzi grossi della polizia e dei carabinieri. E poi ha tirato in ballo, per la prima volta nelle sue ultime interviste, di Nicola Cosentino e di don Peppe Diana: “Parlava solo con me. Mi diceva: ‘ma quando finisce questo sangue”. Ed io gli rispondevo: ‘questi sono cani e rognosi'”. Parole dure anche nei confronti dell’ex senatore di San Cipriano Lorenzo Diana: “Mi deve la vita. Lo volevano ammazzare, a lui ed a Renato Natale. A Diana lo volevano ammazzare mandava lettere anonime sul traffico dei rifiuti. Ed io gliel’ho detto quando sono diventato pentito: ‘Perché non combatti?’. Perché hanno avuto paura“. E poi attacca anche i cittadini di Casal di Principe: “Sono dei pecoroni, perché non si sono ribellati. Gli hanno ammazzato i familiari e loro stanno ancora strisciando sotto come vermi”. Schiavone ha parlato poi della politica nazionale. “Berlusconi lo distruggeranno, ha sbagliato a circondarsi di gente sbagliata, lo alle ultime elezioni ho fatto votare il Movimento 5 Stelle. A Caserta comandava Nicola Cosentino, grazie al quale il fratello Giovanni ha creato un potere economico immenso”.
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