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Teano – Puc, lunga storia di un fallimento

teano. Nell’ultima seduta consiliare il Vicesindaco D’Aiello ha tra l’altro comunicato che La Facoltà di Architettura della Università di Napo li avrebbe finalmente trasmesso la “Verifica delle osservazioni al Puc”.
Fatto piuttosto strano, considerato che il piano era stato bocciato del parere negativo espresso dalla Regione in sede di Vas. La valutazione ambientale strategica ha come obiettivo quello di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente allo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile, evitando alterazioni e stravolgimenti del territorio.
Perché l’Amministrazione, si chiedono dalla minoranza, finge di non sapere che questo Puc non è più proponibile, simulando adempimenti delle fasi successive del procedimento? Qualche esponente di maggioranza avrebbe riferito di una (improbabile) sospensione del Puc, in attesa della nuova normativa sul piano casa. L’affermazione lascia seriamente dubitare poiché il Puc è stato già bocciato. La legge regionale della Campania n. 16/2004, In attuazione della direttiva 2001/42/CE, prescrive che i piani territoriali debbano essere accompagnati dalla valutazione ambientale strategica, da effettuarsi durante la fase di adozione e prima della approvazione. Il Puc del comune di Teano è risultato incompatibile con le misure minime di protezione dell’ambiente. Per quale motivo dunque l’Amministrazione continua a portare avanti un piano di fatto già bocciato?
In realtà, precisano dalla minoranza, la maggioranza sa bene che il piano non potrà più essere approvato, ma simula il perdurare del procedimento di adozione per non ammettere di aver fallito anche su tale obiettivo. D’altro canto, se si considera come è iniziata la storia dello strumento urbanistico si può ben comprendere perché lo stesso non potrà mai essere portato a termine. Qualche anno fa, con una strana delibera, si passò dal Piano regolatore Generale alla procedura PUC, modificando di fatto l’incarico conferito dalla Provincia all’arch. Pisanti ed affiancandogli l’arch. De Sano. L’ incarico, privo di linee programmatiche, senza indicazione dei costi e tempi di consegna degli elaborati, venne gestito dal R.U.P. Tommaso Compagnone e dall’assessore all’urbanistica, Gian Paolo D’Aiello. Il nuovo Piano avrebbe dovuto sanare tutti i permessi a costruire rilasciati nell’agosto del 2005 per le cd attività produttive, oggetto di indagine da parte della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
Chi sarà responsabile dei costi sostenuti dalla Amministrazione per questa operazione fallimentare?
E’ mai possibile che in trent’anni il Comune di Teano non è riuscito a dotarsi di uno strumento di programmazione del territorio così importante? Oggi quel piano non avrebbe più senso. Negli ultimi anni sono mutate le esigenze, cessate le speculazioni edilizie di alcuni costruttori, il paese ha piuttosto necessità di recuperare la propria identità, mediante seri interventi di recupero del centro storico.
Occorre individuare soluzioni atte a fronteggiare il lento ed inesorabile impoverimento, causato anche dalla progressiva espoliazione degli Uffici e dei servizi presenti sul territorio.
La recente riforma sul federalismo fiscale, farà la sua parte. A farne le spese, la già precaria economia del paese, che attraverso l’indotto edilizio avrebbe potuto certamente registrare qualche segnale di ripresa. Il momento è molto difficile, siamo ormai lontani dai boriosi proclami che preannunciavano grandi interventi volti allo sviluppo ed alla ripresa economica del territorio.

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