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DRAGONI – Pizzo, anche i venditori abulanti sotto minaccia della camorra

DRAGONI – “Vediamo un poco di non farci venire in cima alla montagna perche’ da la’ ad andare giu’ il volo e’ proprio grosso, non ci mandare a comprare le uova altrimenti ti taglio la testa”. Questa la frase pronunciata da uno dei sette affiliati ai Casalesi del gruppo di Michele Zagaria arrestati questa mattina a un piccolo venditore ambulante che operava nei comuni di Liberi e Dragoni, nell’alto Casertano. Sono ritenuti responsabili dell’estorsione all’ambulante Raffaele Nobis, Francesco Martino e Vincenzo Fabozzi, i primi due arrestati questa mattina e il terzo solo indagato in quanto il gip Maria Vittoria Foschini del tribunale di Napoli ha rigettato la richiesta di misura cautelare a suo carico. Le richieste di ‘pizzo’ dei fedelissimi del superalatitante Zagaria erano avanzate in tutta la Campania fino a Fondi, nel Lazio, sede di un’impresa agricola che coltivava e vendeva prodotti agricoli, pure sotto estorsione. Nelle intercettazioni ambientali, sono state registrate le voci di Nobis e Martino mentre minacciano commercianti e imprenditori: “Tanto e’ l’ultimo anno che fai le piantine nella zona, poi vediamo. Non ti preoccupare, possiamo pure venire dove stai ad abitare”, registrano le forze dell’ordine. Ed ancora, Pasquale e Carmine Zagaria, fratelli del latitante Michele, si scambiano informazioni su un traffico di rifiuti che vengono smaltiti in Puglia. “Devono portare la monnezza Taranto – dice a Pasquale Carmine Zagaria – le balle, sempre le balle”. Emergono anche richieste di tangenti a Caserta, in pieno centro cittadino, e vicino al nuovo palazzo di giustizia. Un collaboratore di giustizia, infatti, in un interrogatorio spiega al pm della Dda di Napoli Marco Del Gaudio che il clan ando’ “a fermare un altro cantiere vicino al tribunale di Caserta, dove si stavano svolgendo lavori per la facciata di un palazzo”.

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