ALIFE – Abbandonare i rifiuti, oltre ad essere un reato penale, è anche e soprattutto un’azione suicida. Gli agenti della Polizia Municipale hanno individuato due micro discariche abusive ubicate su alcuni terreni ubicati nella periferia del paese. La scoperta è stata fatto dagli uomini guidati dal comandante Melillo durante una normale perlustrazione del territorio. I fondi sono riconducibili a due imprenditore della zona che saranno contravvenzionati così come previsto dalla normativa. Inoltre sarà valutato l’eventuale responsabilità penale per i fatti contestati. L’abbandono dei rifiuti è un reato ambientale: oltre a comportare il rischio di pesanti multe, in alcune circostanze è punito dal codice penale, anche con l’arresto. Abbandonare oggetti o prodotti di scarto, siano essi solidi o liquidi, può costare molto caro al trasgressore. A prescindere dalla grandezza del rifiuto stesso, questo tipo di comportamento è severamente vietato ed è punito con sanzioni amministrative e, in alcuni casi, anche penali.
Abbandonare i rifiuti in natura è sbagliato e riprovevole sotto numerosi punti di vista. Le conseguenze dell’abbandono dei rifiuti nell’ambiente impattano non solo sull’ambiente circostante ma anche sulla salute di tutti gli esseri viventi che lo abitano, compresi gli esseri umani. Abbandonare un rifiuto pericoloso o non pericoloso significa lasciare un’amara eredità a coloro che abiteranno il pianeta dopo di noi: i nostri figli, i nostri nipoti i quali dovranno affrontare le terribili conseguenze di cui stiamo, già adesso, facendo esperienza. Il rifiuto abbandonato modifica nel tempo la propria composizione chimico-fisica rilasciando sostanze nocive nell’ambiente, inquinando il terreno e le falde acquifere sottostanti, le quali sono una parte preziosa dell’approvvigionamento idrico. Si sente abbastanza spesso parlare del fenomeno delle microplastiche, di cui abbiamo scritto anche qui, le quali sono ormai rinvenibili in grandi quantità nei nostri fiumi e mari e delle quali pesci e crostacei si cibano inconsapevolmente. Tracce di microplastiche sono state rinvenute anche nella placenta umana.
Per prendere consapevolezza rispetto alla dimensione del problema, seguiranno alcune curiosità in merito alla longevità di alcuni rifiuti che vengono quotidianamente abbandonati nell’ambiente:
un mozzicone di sigaretta dura almeno 5 anni, come una gomma da masticare;
una lattina di alluminio resterà sul terreno tra 20 a 200 anni;
un sacchetto di plastica, se nel frattempo non avrà fatto soffocare qualche animale indifeso, permarrà tra 100 e 900 anni insieme a piatti e posate e bicchieri di plastica, bottiglie, cartucce;
polistirolo 1000 anni,
bottiglia di vetro per 4000 anni
mascherine chirurgiche e le FFP2 circa 400 anni
A titolo informativo, è bene ricordare che maggior tempo di degradazione non significa automaticamente maggior danno all’ambiente. Come abbiamo detto, una bottiglia di vetro impiegherà circa 4000 anni a degradarsi ma il suo impatto sull’ambiente è decisamente inferiore in termini di nocività rispetto a quello di una bottiglia di plastica, che ne impiega “solo” 450.
La plastica una volta degradata resta ancora un inquinante. Le microplastiche non sono biodegradabili. Una volta presenti nell’ambiente, si accumulano e vi rimangono, e i loro effetti sulla salute sono ancora in fase di studio.
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