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Casoria / Gioia Sannitica / Piedimonte Matese – Operi morti sul sacro cantiere, Zoccolillo si difende: tutta colpa di Navarra

Casoria / Gioia Sannitica / Piedimonte Matese – Hanno parlato i difensori dell’imprenditore Marco Zoccolillo. Nell’ultima udienza, svoltasi oggi, l’imprenditore matesino si è difeso sottolineando di essersi limitato a noleggiare dei materiali e dei mezzi all’imprenditore Navarra che era il vero titolare del cantiere dove si verificò la tragedia. Si tornerà in aula nei primi giorni del prossimo mesi di aprile quando parleranno i difensori di altri imputati.
Nell’udienza dello scorso 10 gennaio 2023, il pubblico ministero ha chiesto al giudice la condanna per i tre imputati nel processo nato dalla morte di due operai, schiacciati da una impalcatura, sul cantiere per la ristrutturazione di una chiesa. La Pubblica Accusa ha chiesto la condanna a 5 anni di reclusione, a testa, per i tre imputati, Maria Cristina Volpe, Marco Zoccolillo e Mario Navarra. Subito dopo la fine dell’arringa del Pubblico Ministero, il giudice ha rinviato il processo alla fine di questo mese per ascoltare la discussione delle parti civili, poi toccherà agli avvocati delle difese. (guarda il video della tragedia)

La tragedia nel 2015
Due giovani vite spezzate. Due famiglie distrutte. Figli che non vedranno più il loro padre. Tutto per gravi colpe di chi doveva vigilare e non l’avrebbe fatto. Da queste accuse è nato il processo a carico di diverse persone fra cui professionisti, tecnici e imprenditori. Sono sotto processo il tecnico di Piedimonte Matese, Maria Cristina Volpe.  Le responsabilità dell’architetto Maria Cristina Volpe, secondo la Procura, nella qualità di Coordinatore della Sicurezza del cantiere sul quale persero la vita due operai, sono pesantissime. Era il 2015 quando persero la vita un operaio edile di Gioia Sannitica, Albino Tammaro di 48 anni, e il suo collega Antonio Atzeni di 56 anni di Casoria.
Oltre al tecnico di Piedimonte Matese sono sotto processo gli imprenditori Marco Zoccolillo e Mario Navarra.  Pesantissime le accuse che la Procura carica sui tre indagati.  Sotto processo, solo per le responsabilità civili, anche il vescovo Valentino Di Cerbo, quale rappresentante della Diocesi di Alife Caiazzo. (guarda il video della tragedia)
I due operai vennero schiacciati dal ponteggio sul quale lavoravano. Probabilmente l’ancoraggio dello stesso non era stato eseguito a regola d’arte. Così un colpo di vento più forte strappò via due vite. I carabinieri della compagnia del Matese, guidati dal maggiore Giovanni Falso – coordinati dal pubblico ministero Carlo Fucci della Procura di Santa Maria Capua Vetere – hanno condotto le indagini sul caso per fare piena chiarezza sulla vicenda. Tammaro e Atzeri lavoravano per la Alma Service srl di San Potito Sannitico, aggiudicataria dell’appalto gestito dalla Diocesi di Alife Caiazzo. Chiaramente le famiglie delle due vittime si sono costituite parte civile nel processo. Fra gli avvocati difensori delle parti in causa figurano gli avvocati Vincenzo Cortellessa ed Ercole di Baia. (guarda il video della tragedia)

 

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