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soldato a Kiev

Guerra Russia Ucraina: le promesse non mantenute dagli “esportatori” di democrazia

(di Sandrino Luigi Marra) – Partiamo sempre dal presupposto che chi aggredisce ha sempre torto e su questo ogni volta mi ripeto e Paesenews si ripete, non patteggiamo per nessuno, ma patteggiamo per il sapere, il sapere non solo di cronaca ma di comprensione poiché gli avvenimenti del conflitto Russo-Ucraino si riversano e si riverseranno su ogni singolo cittadino dell’Unione Europea, e per quanto la politica possa dire questo è un conflitto e non una partita a scacchi, dove a perdere sono appunto tutti i cittadini. Fantapolitica o forse realtà vera non vista da distratti politici europei, che come pavoni in amore hanno pensato appunto a pavoneggiarsi allargando le colorate meravigliose code, senza appoggiare la propria crescita politica ed istituzionale a coloro che la storia la fecero tra il 1989 ed il 1991, senza neanche studiarla la storia contemporanea che sarebbe loro servita oggi a comprendere cosa sia accaduto, da dove è iniziato, come e chi ha acceso la lunga miccia che ha portato al conflitto. Un peccato originale dell’Occidente, quel peccato originale dell’Occidente che sta nelle promesse non mantenute fatte a Gorbaciov nel 1991. Eppure l’Unione Sovietica del tempo si era sciolta con la prospettiva di una apertura all’occidente, nella visione di un rapporto nuovo di pace e collaborazione, per un mondo nuovo, per l’eguaglianza economica e sociale in un mutuo, reciproco rapporto di collaborazione ed aiuto. Questo fu il sogno di Gorbaciov, divenuto una utopia poiché oggi, con il conflitto Russo-Ucraino viene fuori che il “cattivo” forse non era l’Unione Sovietica ma coloro che esportavano la democrazia, una democrazia a quanto pare fatta di affari, lobby, egemonia commerciale ed economica a discapito di altri, nel perfetto stile americano dove conta il successo del singolo e la comunità è secondaria. Credo che in certi ambiti bisogna porsi delle domande magari anche scomode, ma che servono per comprendere la realtà e cominciare a pensare che bisognerebbe ragionare a livello politico europeo, con la propria testa, non con quella degli esportatori di democrazia. A dovere di cronaca e di storia, bisogna anche dire che l’aiuto degli USA durante la seconda guerra mondiale senza ombra alcuno di dubbio, abbia creato le basi per solide ed efficienti democrazie lì dove ci si era infilati in sistemi dittatoriali che portarono il mondo nel baratro. L’esempio del Giappone, della Germania, del nostro stesso paese dopo il secondo conflitto mondiale dal punto di vista democratico è un indubbio esempio di applicazione di una idea, al tempo libera e democratica. Ma di fatto si è fermata lì. Le successive esportazioni sono state tutte, dalla prima all’ultima un fallimento di ideali, un disastro sociale ed economico per i paesi che l’hanno “subita”, un nulla di fatto se non per le solite lobby di armi, armamenti, petrolio e tutto ciò che ruota intorno ai conflitti. L’esempio primo la guerra di Corea, l’evoluzione quella del Viet-Nam e via via così passando per l’Irak e l’Afghanistan. Oggi cosa accade attraverso il conflitto Russo-Ucraino. L’accrescimento dell’armamento ucraino non genera tregue, ma aumenta il numero dei morti ed il rischio di conflitto nucleare, è un affare per le industrie belliche (vedasi le percentuali di incremento dei guadagni per il 2022) ma non per i cittadini, siano essi gli aggrediti ucraini, siano essi gli europei, tutti questi   pagano il prezzo vero della guerra. Da una parte la perdita della vita e la distruzione per gli Ucraini, dall’altra l’economia per gli europei che vede tra aumento dei prezzi, inflazione, e quant’altro la perdita di potere di acquisto e dunque qualità della vita e dei servizi che si ripercuoterà soprattutto sulle fasce deboli e del disagio sociale della popolazione europea (incremento della povertà e di tutto ciò che segue il fenomeno) basta pensare che ad oggi all’Europa il conflitto è costato in perdite 800 miliardi di Euro. E dunque il peccato originale dell’Occidente è stato il non aver fatto il necessario per rassicurare Mosca su una non espansione verso Est. E fu proprio l’Est Europeo e gli USA (su volontà di questa) ad espandere la NATO verso Est, quando di fatto non avrebbe avuto alcun senso visto la cancellazione del Patto di Varsavia e la buona volontà dell’Unione Sovietica guidata da Gorbaciov. Oltretutto l’Europa non si è nemmeno preoccupata di capire gli avvenimenti che vanno dal 1991 al 2014, dove sarebbe stato importante non solo intervenire diplomaticamente o sorvegliare diplomaticamente gli avvenimenti, ma comprenderli ed agire in una visione di insieme e non di parte; Parliamo quindi dello scioglimento dell’URSS nel 1991, della Rivoluzione delle Rose in Georgia nel 2003, della Cecenia prima, alla rivoluzione Arancione del 2014 in Ucraina, alla stessa guerra al terrorismo che la Russia ha portato avanti nella propria realtà ed anche alle proprie porte da sola ed in momenti difficili per il paese. Non abbiamo fatto nulla siamo stati a guardare, aizzati sottobanco dal nostro cane da guardia americano, e visto che ad essi piaceva neanche abbiamo voluto seguire e comprendere gli avvenimenti, preferendo fare di fatto il gioco statunitense. Un gioco pericoloso, pericoloso per l’Europa non certo per gli USA, un gioco che vuole (e voleva da tempo) la neutralizzazione della Russia dal punto di vista dei rapporti commerciali con l’Europa (Gas e petrolio in primis) così da cambiare l’orientamento del mercato verso gli USA stessi, a sfavore soprattutto della Cina, facilitando così la possibilità di una vittoria della guerra commerciale da tempo avviata con  Pechino. Neutralizzare dunque la Russia in vista di un eventuale scontro decisivo con Pechino e Washington per riuscirci deve rianimare l’Alleanza Atlantica e aumentare in Europa il peso degli stati più atlantisti che europei, ovvero la Polonia, gli Stati Baltici, i paesi del Nord Europa. Mi si dirà ora a questo punto che tutto ciò è fantapolitica, che è la visione di pochi disinformati che a tutti i costi vogliono far passare per imperialisti gli USA e per democratici la Russia. Fermo restando che dove c’è un aggressore ed un aggredito non è certo l’aggressore ad aver ragione e qui la Russia non ha ragioni alcune, ma c’è da dire che il bene comune dei popoli non passa per le armi ma dovrebbe e deve in caso di conflitto passare attraverso il buon senso e l’impegno diplomatico del cessate il fuoco prima e accordi poi. Per il bene di tutti, anche degli stessi aggressori. Ma come detto tutto ciò sembra essere fantapolitica, eppure non mancano le prove, ma gli organi di informazione sembrano essersi allineati al gioco ed al mazziere del gioco. Eppure i media dovrebbero essere i “cani da guardia”, non sono al servizio dei cittadini lettori, non sono al servizio della verità. Perché dico ciò? Perché se si giunge da parte dei media ad accusare di disinformazione un giornalista di inchiesta come Seymour Hersh non solo premio Pulitzer nel 1970, ma considerato tra i più importanti giornalisti d’inchiesta al mondo, allora vuol dire che si sta facendo il gioco dettato dal mazziere. Hersh è famoso per aver rivelato la strage di My Lai in Viet-Nam ad opera di truppe americane, ma anche per il coinvolgimento della Cia nel golpe in Cile che portò alla dittatura di Pinochet, allo scandalo delle violenze fisiche e psicologiche del carcere di Abu Graib in Irak (chi non ricorda la giovane  militare che sorridente era in posa per una foto dietro i corpi nudi di prigionieri costretti in mucchio), non ultimo il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 di proprietà tedesca, preparati diversi mesi prima dell’invasione Russa dell’Ucraina voluto non solo per fronteggiare la Russia ma anche la Germania e contro i rapporti energetici Europa-Russia con l’intento di facilitare la dipendenza Europea dal Gas liquefatto statunitense. Eppure quest’ultima inchiesta è passata in tremenda sordina tra i media europei, tranne mettere in moto la richiesta Russa all’ONU rispetto all’accaduto. Non ultimo per quel che riguarda l’allontanamento delle trattative il fallimento della mediazione dell’ex premier israeliano Bennet, questi a Marzo del 2022 incontrò Putin ricevendo il si di Mosca e Kiev a una serie di condizioni: la Russia non avrebbe preteso il disarmo dell’Ucraina e la denazificazione (ovvero la morte di Zelensky) e l’Ucraina avrebbe rinunciato all’adesione alla NATO, poi all’improvviso la stage di Bucha e le pressioni su Kiev, annullarono anche il pragmatismo di Putin che, detto da Bennet, ben comprendeva la situazione politica di Zelensky, ma soprattutto Biden e Johnson facendo prevalere la decisione occidentale di colpire la Russia bloccarono definitivamente la mediazione. A questo punto c’è da dire che strategicamente gli USA sono riusciti a fare dell’UE la propria retroguardia sul continente e a dominare l’Europa non è più l’asse franco-tedesco come potrebbe ancora apparire, ma l’asse Polonia-Baltici-Usa la cosiddetta Nuova Europa di cui parlava Rumsfeld. Pronti a resistere alla minaccia russa, indisponibili a ridursi a marca tedesca, decisi a costituirsi o preservarsi come Stati etnici si ribellano all’ortodossia europeista. E sotto l’ombrello Usa, disegnano lo spazio dei Tre Mari. Attraversati da sentimenti di natura revanscista, agitati da complessi razzistici, animati da profonde pulsioni antirusse, quelli che erano gli oltrecortina del Patto di Varsavia ed oggi  gli emancipati di oltrecortina vedono gli Stati Uniti l’unica garanzia per la sopravvivenza e nelle istituzioni europee il principale intralcio alla propria sovranità. A differenza dello speculare territorio occidentale, respinge l’ideologia globalista. Malgrado l’elevata età anagrafica degli abitanti, ritiene la guerra legittimo strumento di perseguimento dell’interesse nazionale. E in tutto ciò gli USA sembrano esserci proprio andati a nozze.

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