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Russia vs Ucraina – La guerra che l’Italia e l’Europa hanno già perso. I numeri del disastro economico e militare’

(di Sandrino Luigi Marra) – Iniziamo con il dire come ogni volta che in questo conflitto esiste un aggredito ed un aggressore per cui non ci può essere una giustificazione ed una ragione per chi aggredisce. Detto questo, Paesenews sistematicamente dall’inizio del conflitto, in ogni articolo che ha trattato in merito, ha parlato di Diplomazia, che il conflitto va risolto con la diplomazia internazionale. Ma queste sono azioni per uomini e donne veri, diplomaticamente non solo accorti ma anche decisi, e di persone così in occidente sembrano oggi non esistere. E quando parlo di ciò non mi riferisco ai corpi diplomatici, mi riferisco ai governanti. Utopia e fantasia mi si dirà, ma ancora una volta voglio ricordare Federico II e la Sesta crociata e con questo possiamo chiudere questa parte del discorso.
Da alcune settimane si parla dei carri armati, Leopard, Challenger ed Abrams che saranno inviati in Ucraina, tutti insieme a formare poco più di un battaglione ma sapete quanti carri formano un battaglione? Trenta, ed allo stato attuale la Russia sta fabbricando 50 carri T90 al mese, la Germania riesce a produrre 25 carri Leopard l’anno, e gli americani se rimettono in produzione l’Abrams arrivano a 20 l’anno, mentre l’Ucraina non è più in grado di produrre alcun mezzo corazzato, considerando che gli impianti di costruzione sono stati distrutti da tempo. Prima dei carri si è pomposamente fatto riferimento all’invio dei sistemi antimissili inviati da Gran Bretagna, Stati Uniti, Italia, Francia, ovvero i Patriot ed i nostrani SAMP/T, sicuramente efficaci ma noi ne possediamo 5 per la difesa dello spazio aereo nazionale, ed una sola batteria che si vorrebbe inviare ha un costo di ben 250 milioni di euro con i missili che ci costano 1 milione di euro l’uno (la singola batteria ne può lanciare otto).
Quindi di fatto ne doniamo una e poi ci tocca spendere 250 milioni e spiccioli
per riportare a 5 il numero delle stesse. Ma a parte queste considerazioni, guardiamo ai droni di cui si è tanto parlato: 3 mesi fa si è stimato che i Russi avessero speso circa 30 milioni di euro per acquistare alcune migliaia di droni di produzione iraniana, veicoli in grado di trasportare cariche da 5 a 50 kg di esplosivo a secondo della tipologia. Ebbene alla consegna dei sistemi di difesa da parte dell’occidente che pomposamente dichiarava che con questi sarebbero stati abbattuti intere flotte di droni, i risultati appaiono poco brillanti. L’Ucraina in meno di tre mesi ha speso 48 milioni di euro per abbattere circa il 60% dei droni lanciati dai russi, non l’intero arsenale acquistato. Al momento a livello NATO comincia ad esserci carenza importante di munizioni, gli invii in Ucraina hanno parecchio svuotato gli arsenali che andranno riforniti. Ma ancor più le “donazioni” dei singoli paesi europei andranno ricostituite, dunque prendendo ad esempio l’Italia, abbiamo inviato 1 miliardo di euro in munizioni e armamenti, dovremo ricostituire i depositi ed alla fine ci costerà 2 miliardi di euro. Stessi dissapori cominciano ad esserci negli USA, anche se la propaganda continua a nascondere malesseri e malumori; ad oggi hanno inviato materiali per oltre 30 miliardi di dollari ed altri 25 sono stati approvati per i prossimi mesi, ma anche qui gli arsenali si svuotano.
Ed in Russia cosa accade? La Russia incassava oltre 300 miliardi di dollari dalla vendita del solo gas, che oggi non vende più in Europa, ma altrove guadagnando comunque le stesse cifre. Consideriamo che da Febbraio ad Agosto 2022 la Russia ha speso per il conflitto 156 miliardi di dollari, per questa il conflitto resta per le spese addirittura in attivo. E di fatto non tocca denaro pubblico se vogliamo essere sempliciotti nei conti. L’Ucraina è al momento e resterà tale per i prossimi 50 anni un “not avaiable state” cioè uno stato non in grado di reggersi da solo. La situazione degli uomini sul campo al momento è disastrosa per gli Ucraini, oggi sono numericamente inferiori, e non si parla dei renitenti che a migliaia fuggono o si rendono irreperibili. Si parla dei renitenti russi che sicuramente ci sono, forse anche a migliaia come si dice (anche se personalmente dubito delle migliaia), ma la visione della guerra da parte dei russi è ben diversa rispetto a quel che si dice in occidente. Certamente nessuno gioisce alla chiamata alle armi, ma più di tanto non ci si scompone poichè il conflitto è visto quale reazione rispetto non solo alla situazione passata del Donbass, ma anche quale resistenza all’occidente (allargamento NATO verso i confini della Russia) e la visione della NATO in Russia è ben diversa da come viene  presentata la stessa agli occidentali.  Vincerà la RUssia? Vincerà l’Ucraina?
Chi può dirlo, di certo abbiamo perso tutti noi, per non aver avuto il coraggio e la indipendenza politica di fare l’impossibile per fermare il conflitto, anche andandosi a sedere sulle trincee tra i due contendenti. A noi al momento come detto ci costa solo in armamenti 1 miliardo di euro più un altro miliardo e qualche spicciolo per ripristinare le donazioni, con questi denari avremmo potuto sostenere la nostra sanità, sostenere le famiglie in povertà ed in difficoltà strutturare una volta per tutte un serio programma di politica migratoria, aumentare gli stipendi ed aiutare in forme ben diverse la stessa Ucraina. E ricordiamo per il nostro paese, in merito ai conflitti ciò che dice la nostra costituzione, che i nostri governanti da quasi un anno stanno sistematicamente violando.