San Marco Evangelista / Caivano / Caserta – Ventuno anni ed un mese di reclusione per Gabriel Ippolito, è questa la sentenza della Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere che si è pronunciata sull’omicidio di Gennaro Leone, il pugile 18enne di San Marco Evangelista, ucciso da una coltellata alla coscia nell’agosto del 2021 in via Vico, una delle strade della movida al centro di Caserta. I giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche, come chiesto dal pm disponendo per il 22enne di Caivano l’interdizione perpetua dai pubblici uffici oltre al risarcimento nei confronti delle parti civili, da quantificare in sede civile, con una provvisionale immediatamente esecutiva di 100mila euro nei confronti dei genitori di Gennaro, di 70mila euro per ciascun fratello, 7mila euro per il Comune di Caserta e 5mila per la fondazione Polis. Disposta, infine, la trasmissione degli atti in procura sia per due ragazzi, tra cui la fidanzata di Gabriel, sia per i sanitari dell’ospedale di Caserta che ebbero in cura Gennaro quella tragica notte. Il pubblico ministero Chiara Esposito, a margine della sua requisitoria, aveva invocato 23 anni di carcere, con concessione delle attenuanti generiche visto l’atteggiamento collaborativo dell’imputato che, nel corso del processo, ha chiesto scusa alla famiglia di Gennaro dicendo di essere pentito, che non voleva uccidere il 18enne e che ora vive oppresso dal senso di colpa. Gabriel Ippolito è stato difeso dagli avvocati Angelo Raucci e Michela Ponticelli. Per le parti civili sono stati impegnati gli avvocati Alfredo Plini ed Alberto Tartaglione, per i familiari di Gennaro, Carolina Mannato, per il Comune di Caserta, ed il legale della Fondazione Polis.
LA VICENDA:
Gennaro Leone, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, venne accoltellato ad una gamba durante una lite per futili motivi; il fendente gli recise l’arteria femorale. Dopo l’accoltellamento rimase a terra, in via Vico, nel cuore di Caserta, venendo soccorso prima da alcuni passanti, poi la corsa in ospedale dove purtroppo il suo cuore smise di battere qualche ora più tardi. Le indagini dei carabinieri di Caserta, anche con l’utilizzo delle telecamere, permisero di ricostruire l’accaduto. Gabriel Ippolito fu fermato dai carabinieri il giorno successivo; davanti alla visione di quelle immagini crollò, confessando.