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Marcianise – Estorsioni del clan Piccolo-Letizia, chieste 6 condanne

Marcianise – Sono 6 le richieste di condanna formulate dal pubblico ministero Luigi Landolfi a carico di altrettanti imputati accusati delle estorsioni a commercianti ed imprenditori della zona di Marcianise da parte del clan Piccolo-Letizia, meglio noto come dei “Quaqquaroni”. Il pm nel corso della sua requisitoria – pronunciata dinanzi al gup Provvisier nel procedimento che si sta celebrando con rito abbreviato – ha invocato 12 anni di reclusione per Agostino Piccolo, l’imprenditore ritenuto a capo della cosca criminale diventato collaboratore di giustizia. Dieci anni sono stati invocati per Amedeo Belvisto, 60 anni; 8 anni per Salvatore Letizia, 41 anni; 18 anni per Gaetano Monica, 22 anni; 12 anni per Pasquale Regino, 40 anni; 8 anni per Antonio Ottavio Sorbo, 56 anni. Si tornerà in aula a marzo per le arringhe dei difensori e la sentenza. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Mirella Baldascino, Pasquale Barbato, Bernardino Lombardi e Francesco Liguori. Secondo quanto emerso dalle indagini, Agostino Piccolo avrebbe dato indicazioni sui commercianti da sottoporre ad estorsione a Francesco Piccolo (deceduto) e a Gaetano Monica. I due scagnozzi così si sarebbero presentati a commercianti ed imprenditori per chiedere la tangente per il clan. “Sono il compariello di Agostino”, questo era il “biglietto da visita”; e chi non pagava subiva intimidazioni. E’ accaduto, infatti, al titolare di una concessionaria d’auto che, dopo aver rifiutato la richiesta di pizzo, si è ritrovato con la vetrina dell’autosalone danneggiata da colpi di pistola. Non solo le tangenti per la “protezione”: il proprietario di un negozio di scarpe pagava il clan in calzature di marca: “Può capitare che, all’improvviso, ci prendiamo 3, 4, 5 paia di scarpe… Perché se poi qualcuno vi dà fastidio non ci sono problemi, facciamo noi da garanzia”. Stessa sorte è toccata al titolare di un altro autosalone costretto a dare una vettura. Tra le imprese sottoposte ad estorsione anche quella della raccolta rifiuti che avrebbe versato per almeno 3 anni la somma di 2-3mila euro nei periodi antecedenti le festività di Pasqua e Natale.

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