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Sparanise – Infiltrazione mafiosa in Municipio, il fascicolo arrivato in Consiglio dei Ministri. A giorni la sentenza

Sparanise – – Infiltrazione mafiosa in comune, la posizione è arrivata sul tavolo del Consiglio dei Ministri. Fra pochi giorni, quindi dovrebbe arrivare la decisione finale. Il Ministro degli Interni potrebbe aderire alla richiesta di scioglimento che sarebbe stata avanzata – secondo alcune indiscrezioni – dalla Commissione di Accesso guidata dal vice Prefetto Lubrano; oppure il Ministro potrebbe decidere di non condividere le conclusioni della commissione di accesso e quindi  lasciare l’amministrazione guidata da Salvatore Martiello.
La Commissione di Accesso ha lavorato per sei mesi (3 mesi iniziali + 3 di proroga) per far luce sulle infiltrazioni della malavita in Municipio dopo l’inchiesta che ha coinvolto il sindaco di Sparanise Salvatore Martiello. L’organo è giunto presso il Comune di Sparanise per verificare la sussistenza di ulteriori tentativi di infiltrazione e collegamenti con la criminalità organizzata nel contesto dell’amministrazione del Comune di Sparanise. A presiedere tale commissione il vice prefetto Vincenzo Lubrano. Tale commissione è risultata composta da ufficiali della guardia di finanza, dei carabinieri e della polizia di Stato, da referenti della Direzione Distrettuale Antimafia nonché un funzionario del provveditorato delle Opere Pubbliche. Martiello, circa un anno fa, finì nel mirino della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Direzione Distrettuale Antimafia insieme ad altre 19 persone appartenenti al panorama politico nonché tecnici comunali e imprenditori del terzo settore per i reati di corruzione, turbativa d’asta, concussione, intestazione fittizia, emissione di fatture false per operazioni inesistenti aggravati dall’agevolazione mafiosa. Nell’operazione coordinata dalla Dda e condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Caserta finirono gli appalti per il conferimento di servizi di assistenza per minori nei comuni di Caserta, Teano, Sparanise oltre all’Asl casertana. Per i magistrati della Dda i politici ed i funzionari pubblici avrebbero messo a disposizione il loro ruolo e la loro funzione pubblica relazionandosi con esponenti del clan dei Casalesi inseriti di volta in volta negli enti pubblici coinvolti. L’attività investigativa si concentrò sulla costituzione di cooperative del terzo settore con le competenti amministrazioni comunali già colluse con la criminalità organizzata. A tessere la tela di questo intricato intreccio c’era Eufrasia Del Vecchio detta Esia di fatto ‘commercialista’ ma ben più celebre per essere la sorella di Carlino Del Vecchio. Per gli inquirenti Esia era la vera mente delle cooperative al soldo del clan facenti capo alla sua famiglia storicamente legata al clan dei Casalesi.

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