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Liberi – Giovane donna massacrata di botte dal suo compagno. Prima lo denuncia poi ritratta: mi sono inventata tutto

Liberi – Un episodio singolare è accaduto nella piccola comunità di Liberi, incastrata nel Monte Maggiore, nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La protagonista è una 30enne del posto, vittima di un brutale pestaggio da parte del suo compagno. La violenza si scatenò improvvisamente per futili motivi. La donna fu costretta alle cure mediche presso l’ospedale di Piedimonte Matese, dove i medici riscontrarono, fra le altre cose, anche la frattura del setto nasale. Lei, Veronica, non esitò a denunciare l’accaduto, riferendo ai carabinieri una serie di precise circostanze; affermò di essere stata minacciata con una pistola dal suo compagno Alfonso. Le indagini scattarono immediatamente attraverso la procedura conosciuta come “codice rosso”. Pochi giorni fa la signora si sarebbe presentata in caserma per autodenunciarsi. Ai militari avrebbe detto di essersi inventata tutto e che il suo compagno non l’ha mai toccata. Eppure i referti del pronto soccorso dell’ospedale di Piedimonte Matese parlavano chiaro e quelle ferite erano vere, autentiche. Ora Veronica rischia un processo per “calunnia e procurato allarme”, dovrà spiegare ai giudici le ragioni per le quali ha mentito; perché prima ha accusato il suo compagno per poi ritrattare? L’episodio è emblematico e dimostra come spesso le donne, seppur vittime di violenze, si intestardiscano a difendere i propri carnefici.

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