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Francesca Compagnone e Vicol Ciprian

Riardo / Teano / Pietramelara – Omicidio Compagnone, Vicol “giocò” con due fucili prima di sparare

Riardo / Teano / Pietramelara – Nella camera da letto, quella della villetta nella periferia di Riardo dove si consumò il delitto, Vicol Ciprian trovò tre fucili riposti nella custodia, appoggiati a terra. Il 23enne originario della Moldavia, prese un primo fucile, lo tirò fuori dalla custodia, lo osservò, lo maneggiò e poi lo ripose. Con questa arma non simulò di sparare. Subito dopo Vicol estrasse dal fodero un’altra arma, un semiautomatico calibro 12, che probabilmente attrasse maggiormente il 23enne che iniziò a maneggiarlo. Come lui stesso racconta toccò almeno due volte il grilletto dell’arma e la leva di caricamento. Al terzo tentativo partì il colpo mortale che colpì Francesca Compagnone alla guancia sinistra uccidendola sul colpo. Un colpo esploso a meno di 50 centimetri di distanza.
Si trattò veramente di un tragico gioco, di una tragica fatalità, come sostiene l’indagato?
La cartuccia era presente all’interno del serbatoio come lo stesso Vicol sostiene?
Potrebbe averla messa lui all’interno?
Chi ha rimosso il sistema di sicurezza dal fucile?
Possibile che il padre di Francesca nel trasportare i fucili da Teano a Riardo non si sia accertato che fossero completamenti scarichi e bloccati con la sicura?
Tutte domande le cui risposte saranno fondamentali per il futuro processuale dell’intera vicenda; risposte che ben presto i periti potrebbero fornire ai pubblici ministeri Fiore e Camerlingo che conducono le indagini sul caso.

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