Ultim'ora
FOTO DI REPERTORIO

Mondragone / Falciano del Massico – “Puttana muoviti”, il racconto delle vittime davanti al giudice

Mondragone – Le vittime sono salite sul banco dei testimoni per raccontare quello che subivano. Due delle ‘sfruttate’, escusse dal Sostituto Procuratore Mariangela Condello, hanno spiegato cosa accadeva sui campi e come venivano reclutate. “Non sono mai stata picchiata, mi urlavano addosso e mi hanno chiamato puttana ma le mani addosso non me le hanno mai messe” ha spiegato al Tribunale una lavoratrice polacca chiarendo il sistema di reclutamento e retribuzione “ci venivano a prendere sotto i Palazzi Cirio con il furgone ed alla guida c’erano Franco Pagliaro o Pasquale Miraglia che poi si fermavano nei campi anche loro a lavorare e ci portavano nei campi. Lavoravamo per 7 ore al giorno a volte anche di sabato e di domenica: la mattina dalle 7 alle 13 per 30 euro e dalle 15 alle 18 il pomeriggio per 20 euro. Potevamo pure andare a casa se lavoravamo di mattina e ci venivano a riprendere sempre lì ai Palazzi Cirio e ci riportavano il pomeriggio nei campi”.
Agli sfruttati venivano dati 4,50 euro per ora, dovevano lavorare 11 ore al giorno per sette giorni a settimana. Non veniva consentito di utilizzare i servizi igienici o assumere la posizione eretta una volta nei campi se non in pausa pranzo. Gli sfruttatori trassero benefici per circa 2 milioni di euro. Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere che coordinò le indagini gli imputati avevano creato una stabile organizzazione attraverso la quale assumevano manodopera reclutata mediante l’attività di intermediazione illecita svolta dai caporali a cui si rivolgevano perlopiù donne e di nazionalità dell’Est Europa ma c’erano anche lavoratori africani. A capo di tale sistema clientelare di sfruttamento di manodopera per la Pubblica Accusa c’era Gennaro Bianchino dove Pasquale Miraglia era l’organizzatore e Vincenzo Miraglia e Francesco Pagliaro rivestivano il ruolo di partecipi. I lavoratori venivano impiegati nei campi sotto la pioggia battente o anche sotto il sole cocente, sempre piegati e potevano assumere la posizione eretta solo per pranzo. I servizi igienici erano assenti. Venivano impiegati 11 ore al giorno per una retribuzione media giornaliera di 4,50 euro. Per la Procura il business di esseri umani fruttò un introito illecito di circa 2 milioni di euro. Si torna in aula la fine del mese di ottobre per l’escussione delle lavoratrici sfruttate. Gli imputati sono accusati di associazione a delinquere dedita allo sfruttamento del lavoro e dell’intermediazione illecita di manodopera. Al banco degli imputati Gennaro Bianchino, Pasquale e Vincenzo Miraglia, Francesco Pagliaro, ritenuti responsabili di associazione a delinquere dedita allo sfruttamento del lavoro e dell’intermediazione illecita di manodopera (caporalato). Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere, che coordinò le indagini svolte congiuntamente dalla Guardia di Finanza di Mondragone e dai carabinieri del Reparto Territoriale mondragonese, gli imputati difesi dagli avvocati Angelo Raucci e Giovanni Lavanga avevano creato una stabile organizzazione attraverso la quale assumevano ed impiegavano manodopera reclutata grazie all’intermediazione illecita dei caporali a cui si rivolgevano perlopiù donne di nazionalità africana, bulgara e rumena per esser impiegate nei campi dei comuni di Mondragone, Falciano del Massico, Carinola, Castel Volturno, Villa Literno e Grazzanise. Secondo gli inquirenti, a capo di questo sistema clientelare di sfruttamento della manodopera vi era Gennaro Bianchino dove però ognuno aveva il suo ruolo ben definito.  Si torna in aula la fine alla fine di questo mese per l’escussione altre lavoratrici sfruttate.

Guarda anche

Mondragone – Municipio, il consigliere Pizzella si dimette, subentra Pero

Mondragone (di Danilo Pettenò) – “Come avevamo stabilito nel periodo pre-elettorale, noi di Movimento Mondragone …