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Il maresciallo Palazzo ha condotto le indagini sul caso

Pietramelara – Spacciavano per arrotondare reddito di cittadinanza: arrestati

Pietramelara – Arrotondavano il reddito di cittadinanza con lo spaccio di droga. Tre dei sei arrestati, tutti e tre di Pietramelara, percepivano il reddito di cittadinanza erogato dallo Stato a persone e famiglie in difficoltà.
Gestivano nel piccolo comune dell’Alto Casertano, collocato ai piedi del Montemaggiore, linea di confine fra l’Agro Caleno il Caiatino e l’Alto Casertano, due piazze di spaccio diventate in breve tempo punti di riferimento per i consumatori provenienti da tutto l’Alto-Casertano ed anche dal vicino basso Molise. Le due piazze sono state smantellate dai carabinieri che hanno arrestato e posto ai domiciliari sei persone su ordine del Gip di Santa Maria Capua Vetere; tre degli indagati – è emerso – percepivano il reddito di cittadinanza. Sono stati arrestati – e collocati ai domiciliari  con il braccialetto elettronico – Armando De Rosa (detto Ciccillo), i coniugi Bruno Muoio e Veronica Quadara, Marco Ricci, tutti difesi dall’avvocato Michele Mozzi. Arrestati anche Enzo Rinaldi e Giuseppe Testa, entrambi di Napoli, ritenuti i fornitori del gruppo di Pietramelara.
In manette sono finite due coniugi 40enni (lui era percettore di reddito), che spacciavano hashish e coca a casa, nonostante avessero tre figli minori, per le vie cittadine previo appuntamento telefonico o a domicilio; la loro “piazza”, hanno accertato i carabinieri della Compagnia di Capua, era piuttosto florida e serviva consumatori residenti nei vicini comuni di Presenzano, Pietravairano, Vairano Patenora e la frazione Scalo.
Un ruolo di primo piano lo svolgeva la donna, che si occupava oltre che di vendere, anche dell’approvvigionamento della droga; era lei – hanno riscontrato i carabinieri guidati dal colonnello Paolo Minutoli tramite servizi di appostamenti e intercettazioni – a recarsi a Napoli per rifornirsi o a incontrare i due fornitori, entrambi arrestati, in posti ritenuti sicuri per evitare controlli, in particolare nei pressi del casello dell’A1 di Caianello o lungo la statale Appia nel comune di Pastorano. I due “grossisti” risiedevano nel quartiere napoletano di Secondigliano, e uno percepiva il reddito. L’altra piazza era gestita da due uomini, entrambi arrestati, tra cui un appartenente ad una famiglia di nomadi stanziali da anni residente a Pietramelara, che percepiva il sussidio al reddito.

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