Amo particolarmente questo scatto, così informale e naturale, perché rubato, sembra risalga agli anni ‘60, eppure ha pochi giorni. Lo spolverino è legato maldestramente sui fianchi, il capo è girato ad osservare non so cosa o chi, Romy mi precede nel suo semplice abito a fiori; il clic è di mia madre. Sorvolo come un’aquila reale mia figlia (un po’ lo faccio di costume). Sono stata madre prima di diventarlo, non so spiegarne le ragioni, ma è accaduto, ho sentito pulsare dall’età della fanciullezza la mia natura vocata. Riccardo non appare mai nelle mie pubblicazioni, per sua scelta e per perentoria imposizione. Credo che ciò che di più bello potessi fare, nella mia vita così carica di scelte e di iniziative, è l’averli dapprima disegnati con il pensiero e poi concepiti insieme al padre, nonostante i tempi in cui viviamo siano duri, e continueranno a crescere in peso e difficoltà. L’essere madre, prima di diventarlo (a volte accade), credo sia nella linea biologica ed emozionale di alcune femmine; quell’attrazione l’ho avvertita sin da bambina quando a soli sette anni, con l’arrivo di mio fratello minore Massimo, ebbi ad accoglierlo e ad accudirlo con grande amore; è così ancora oggi, tra me e lui. Con il caro energia, che registrerà nei prossimi mesi un aumento del 60%, la pandemia, le guerre, una prospettiva futura complessa, il Pianeta che soffre e tanto altro, non so se la genitorialità sia più contemplabile come una grazia, non so immaginarmi nonna in una proiezione responsabile. I nostri figli avranno tanti problemi, dopo di noi che, al momento, fungiamo da cuscinetto con il già fatto. Non ci resta che riformulare ogni pensiero e ogni azione, restare stretti e fare scudo…come in questa fotografia fa mamma aquila. Buona fortuna a tutti noi in questa Italia che tentenna!
