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TEANO – Caso Russo, la lettera dell’avvocato Ciro Balbo: serve chiarire molti aspetti della vicenda

TEANO –  L’avvocato Ciro Balbo, difensore di Giacomo Russo, ha inviato una lettera alla redazione per esprimere il proprio disappunto sull’intera vicenda e soprattutto per rimarcare alcuni aspetti della questione che hanno portato l’imprenditore agricolo alla drammatica decisione di suicidarsi.

Il documento:
Il povero Giacomo, ha avuto una vita, negli ultimi tempi, a dir poco difficile. Tutto prende avvio quando nel dicembre del 2019, appena dopo Natale, veniva colpito da ordinanza cautelare promossa e sollecitata dai familiari, che comportò l’allontanamento dell’uomo dall’abitazione familiare di cui occupava una sola stanza. Una scelta, quella di vivere in una sola stanza, condivisa in fase di separazione legale nonostante Giacomo fosse unico proprietario dell’immobile. Marito e moglie erano legalmente separati dal 2015. Fu costretto a uscire dalla sua stessa casa e vivere nei mesi successivi in un furgone, una condizione che continuò anche durante i difficili mesi della pandemia dettata dal Covid19. Nel luglio del 2020, dopo un litigio con il figlio che presentava dettaglia denuncia presso i carabinieri della locale stazione, veniva arrestato e trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Scattarono una serie di denunce fra le parti; l’apice dell’intera vicenda si registrava nell’udienza processuale del 27 novembre 2020 quando davanti al giudice si presentavano, in qualità di testi, tutti componenti della famiglia. Nessuno spese una parola in favore di Giacomo. E’ strano constatare che tutte le querele presentate da Russo Giacomo per presunte aggressioni subite dai familiari sono sempre state archiviate, nessuno ha ritenuto mai necessario approfondire. Un cittadino teanese, Giardino Antonio, mise a disposizione una struttura che non fu ritenuta idonea dalle forze dell’ordine. Soltanto la solidarietà dei frati del Convento francescano di Sant’Antonio di Teano permisero a Russo di lasciare il carcere e beneficiare degli arresti domiciliari fino al marzo del 2021 quando il regime dei domiciliari vennero revocati e all’uomo fu concessa la libertà con l’obbligo di non frequentare il territorio del comune di Teano. Trovò accoglienza nella vicina Francolise, dove è rimasto anche quando ogni divieto nei suoi confronti è caduto per via del proscioglimento dalle accuse. Durante il periodo di detenzione in carcere e ai domiciliari, per circa 5 mesi, nonostante aver compulsato personalmente una serie di amici, parenti e familiari, non ho trovato alcuna disponibilità ad accogliere l’uomo. In ultimo voglio precisare che, come emerso durante la fase dibattimentale, per ammissione della stessa consorte, Giacomo non ha mai usato violenza nei confronti della moglie”.

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