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Dino D'Andrea, medico

Teano – Coronavirus, danni polmonari nel 30% dei guariti. Un software ecografico per fronteggiare la «eredità» del Covid-19

Teano (di Fortuna Rizzo) – Il Covid-19 può lasciare un “segno” sui polmoni anche a distanza di mesi dalla guarigione. La diagnosi precoce e una corretta terapia con farmaci e fisioterapia respiratoria contrastano gli effetti della fibrosi polmonare. Gli pneumologi italiani affermano che il COVID lascia danni nei polmoni per almeno sei mesi e il 30% dei guariti potrebbe avere problemi respiratori cronici legati all’irrigidimento del tessuto colpito dall’infezione (fibrosi). Nei pazienti guariti dal covid19 può capitare una riduzione della forza muscolare con affaticamento anche dopo pochi passi e dolori alla gabbia toracica a volte diffusi a tutti i muscoli del tronco, perché?
Per gli esiti fibrotici, cioè la cicatrice lasciata sul polmone da Covid-19, può comportare un danno respiratorio permanente e irreversibile e questi potenziali malati costituiranno la frontiera di nuova patologia respiratoria di domani e una nuova emergenza sanitaria, per la quale sarà necessario attrezzarsi per tempo, rinforzando le misure di diagnosi precoce per curare la fibrosi polmonare.  “Per ciò che concerne la diagnosi precoce della patologia post Covid19 polmonare – precisa il medico Dino D’Andrea – abbiamo messo a punto, dopo tre mesi di estenuante ma appagante lavoro, un software mediante ecografia trans toracica-polmonare per la valutazione del grado della patologia polmonare, anche a domicilio mediante un trasduttore wireless di appena 15 cm. Attraverso un esame ecografico trans toracico (polmonare) non invasivo di circa 10 minuti, abbiamo la possibilità – continua D’Andrea – di individuare i soggetti con fibrosi post covid19 ed aprire a cure tempestive per evitare l’evoluzione della fibrosi; l’esame dinamico si basa sull’attribuzione del punteggio (score) individuato all’ecografia ed utilizza parametri oggettivi per stabilire il grado (gravità) di patologia.  Il risvolto pratico di tale esame, semplice, ripetibile ed a basso costo, che oltretutto non usa radiazioni ionizzanti è immediato e si traduce nella corretta individuazione dei soggetti a rischio insufficienza polmonare e “fiato corto” che entrano, grazie a questo semplice esame ecografico, nella rete post COVID per le cure immediate eliminando quindi a monte i rischi futuri di insufficienza polmonare. Ringrazio gli ingegneri Biomedici Esaote – conclude D’Andrea – che da anni supportano e sopportano i miei progetti”.

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