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Sparanise – Veleno in comune, dipendente licenziato dopo 35 anni: “solo per un capriccio”

Sparanise – “Qualche giorno fa ho subito l’ennesima cattiveria, dopo vari ordini di servizio, infondati e contestati con invio di lettere scritte da me e da avvocati, alla segretaria comunale e non solo, alla quale non mi è giunta mai risposta, mi revocano il part-time e infine lettera di “LICENZIAMENTO”. Dopo 35 anni sono costretto a lasciare il mio posto da dipendente comunale.  Prima di arrivare a questo, sono intervenuti sindacati della Cgil, avvocati ed amici comuni trovando soluzioni al “CAPRICCIO”, il risultato? “LICENZIAMENTO”, poiché coloro che dovevano prendere questa decisione non si sono interessati vessandomi per anni. Il motivo di tanta cattiveria? Oggi per me ancora sconosciuta.  Purtroppo, non sono il primo “Licenziamento ingiusto” di questa amministrazione. Le scorse elezioni mi sono candidato per porre fine a queste ingiustizie e a tutto questo vittimismo, si “vittimismo”, la persona che ha voluto fortemente il mio licenziamento si mostra sui social con la sua famiglia, scrivendo che prima di fare cattiveria contro di lui di pensare che ha moglie e figli, lui ci pensa prima di licenziare? Pensa alle nostre famiglie? Ai nostri figli? Assunto nel 87 e dal 97 decisi di aderire alla legge del part-time per iniziare un’attività di impiantistica termoidraulica rinunciando ad una parte dello stipendio, per non svolgere tale attività abusivamente e dopo 35 anni di onorato servizio mi è stato imposto “per capriccio” di ritornare a tempo pieno, dovendo quindi obbligatoriamente chiudere la mia ditta e licenziare i miei dipendenti che hanno figli e stanno costruendo anche grazie a me, il loro futuro. Io da buon datore non sono riuscito a farlo. Fortunatamente mio padre mi ha insegnato un ottimo mestiere ma soprattutto L’UMILTA’, questo mestiere non l’ha insegnato solo a me, ma anche ad una persona molto vicina a colui che ha voluto il mio licenziamento, per dargli la possibilità di crescere i figli all’epoca piccoli e successivamente prendendo anche il suo posto di lavoro (bella gratitudine).
Premetto che, in questi 35 anni di servizio non ho mai avuto problemi con le precedenti amministrazioni, c’è sempre stato dialogo e collaborazione reciproca, che io ricordi nel mio paese non è mai stato licenziato un dipendente comunale. Andrò avanti con la coscienza pulita e con la certezza di poter guardare negli occhi i miei figli e di aver fatto tutto il possibile, per il resto ci penserà la giustizia che come sanno ormai tutti sta facendo il suo corso, o la giustizia Divina, chissà.  Tutto sommato sono ancora più fiero di me per non essermi abbassato a ricatti per il dio potere e per il dio denaro, perché il male torna sempre al mittente”.
Questa è la pubblica denuncia a firma di Fulvio Lucio Scialdone dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento da parte del comune di Sparanise. Un ente dove il “veleno” sembra essere la migliore risorsa attualmente reperibile. Probabilmente la vicenda finirà sul tavolo del giudice.

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