“Sogna ragazzo sogna, quando sale il vento nelle vie del cuore”. – PaeseNews quotidiano di Terra di Lavoro online
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“Sogna ragazzo sogna, quando sale il vento nelle vie del cuore”.

Come un fiume in piena, oggi tutto scorre velocemente, anche gli amori vanno e vengono senza argini, senza filtri, senza tempo. Se fai un giro nei luoghi frequentati da giovani e da meno giovani, luoghi virtuali o reali, accade come in un soffio, è tutto un attimo! Due battute, lo scambio veloce dei numeri di contatto, gli incontri (massimo due), ed è fatta, hai consumato il tuo rapporto. Se ti discosti da questo binario vieni additato come ‘diverso’, ‘problematico’, ‘fastidioso’, ‘antico’….un fuori luogo. Ma cosa è accaduto nella nostra società, nelle maglie dei nostri sentimenti, dove è andato a nascondersi quel romanticismo che faceva sognare, che innalzava l’amata/o in una visione stilnovistica degna di lode, quella visione che nobilitava l’animo dei protagonisti dove un’occhiata fugace aveva il peso di una possibile promessa d’amore, e dove quest’ultimo aveva occasione di nascere, crescere e resistere. Qualcuno ha definito la nostra società ‘tecnoliquida’. Velocità, narcisismo, sensation seeking, emotivismo, ambiguità e non definizione, rinuncia al futuro e sesso rapido alcune delle sue caratteristiche. Gli schemi sono saltati, è saltata soprattutto la sequenza delle fasi dell’amore, a iniziare da quella dedicata al corteggiamento ristrettasi in un ‘ehi, che fai, sei libera/o, come sei vestita, ci stai?’. Tutto qui!
Se analizzassimo il testo, come in una prova d’italiano, il voto finale non supererebbe il numero ‘3’; se invece analizzassimo il testo, come in una prova di filosofia o di psicologia non ci sarebbe storia ‘non classificato’, o non classificabile il conclusivo esito. Fa specie rilevare che questo modus vivendi non conosca fasce evolutive, appartiene ormai a tutti, è un delirio diffuso e il ‘sogna ragazzo sogna, quando sale il vento nelle vie del cuore…’, del vate Roberto Vecchioni, piegato tace. Eppure, se ascolti la voce di tanti, a scavar tra le varie forme di aggressività e d’insoddisfazione, la mercificazione dei corpi usa e getta e dei flussi emozionali disconnessi inghiotte ma non piace, lascia l’amaro della solitudine e il vuoto tipico di chi, vestito di rinunce e di fragilità,  ha smesso di sognare. Se la diversità è come crediamo bellezza, oggi mi sento di sollecitarla quasi quanto la preservazione di quella verginità che un tempo castrava le donne prima di congiungersi in matrimonio. Poiché ho sempre lottato, decantato e applicato la parità tra generi, inviterei ragazze e ragazzi, donne e uomini a centellinare l’utilizzo della modalità ‘usa e getta’, perché nulla è più grande di un amore vero, che potrà anche finire con l’esser uno solo nel corso di un’intera esistenza, ma certamente degno di essere sognato, cantato e ricordato, come i fazzoletti ricamati a mano in seta pura, rispetto a quelli industriali in carta comune riciclata.

   

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