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Sparanise / Pignataro Maggiore / Sessa Aurunca – Camorra, la nuova mappa dei clan. La malavita come i politici: sempre gli stessi

Sparanise / Pignataro Maggiore / Sessa Aurunca – Camorra, la nuova mappa dei clan. La malavita come i politici: sempre gli stessiLa nuova mappa della malavita organizzata mostra, in sostanza, il mantenimento delle “posizioni” da parte delle famiglie che da decenni controllano i vari territori. Insomma, in Italia non sono solo i politici ad essere attaccati alle poltrone, anche i malavitosi difficilmente molla l’osso. Nell’Agro Caleno, lungo il Litorale, nel Sessano, Mondragone e in tante altre parti della provincia di Caserta continuano sempre le stesse famiglie. E’ la fotografia scattata dalla Direzione investigativa antimafia sui clan operanti in provincia di Caserta che emerge dalla relazione semestrale presentata oggi e che fa riferimento al primo semestre del 2021. A Santa Maria Capua Vetere sarebbero presenti il gruppo Del Gaudio (Bellagiò) e l’antagonista Fava, significativamente indebolito dalle scelte collaborative intraprese da alcuni affiliati di spicco. Nel comprensorio di San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico ed Arienzo si segnala la presenza del gruppo Massaro.
A Sessa Aurunca e Mondragone risulterebbero operativi i gruppi minori dei Muzzoni e quello facente capo ai Ligato. Il territorio sarebbe inoltre controllato dal sodalizio Gagliardi, Fragnoli, Pagliuca, eredi della famiglia La Torre legati ai Bidognetti. Il gruppo avrebbe subito un ridimensionamento a seguito di recenti operazioni di polizia che potrebbero averne indebolito gli assetti. La zona di Castel Volturno che sarebbe sotto l’influenza del clan Bidognetti registra ormai da anni la presenza di organizzazioni extracomunitarie soprattutto di nazionalità nigeriana che destano particolare allarme in quanto sarebbero diventate uno dei punti di riferimento dei traffici internazionali di droga e della gestione della prostituzione su strada. L’attività dei clan, secondo la Dia, “continuerebbe a sussistere grazie a quegli imprenditori da sempre abituati ad avvalersi della mediazione dell’organizzazione criminale e dei consistenti capitali illeciti investiti nelle attività imprenditoriali dai sodalizi che in tal modo governerebbero direttamente ed indirettamente alcuni processi economici interferendo spesso pesantemente anche nei meccanismi decisionali della pubblica amministrazione”. Grazie anche al contributo dei collaboratori di giustizia è stato possibile documentare la grande capacità del clan di influenzare le dinamiche sociali, politiche ed economiche non solo della provincia di Caserta ma anche di altre provincie italiane conquistando spazi operativi nel Lazio, in Toscana, in Emilia Romagna e nel Veneto mediante accordi criminali con le organizzazioni di tipo mafioso locali.

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