Le discoteche hanno riaperto dal week end prima di San Valentino. Le prime a chiudere e le ultime ad aprire per la pandemia. Una bella notizia si potrebbe pensare. Ma, tra regole sempre più stringenti e costi sempre più elevati, la riapertura potrebbe non bastare per far rinascere un settore che ha pagato durissimo lo scotto della pandemia.
Ecco perché.
Caro energia
Partiamo da ciò che sta incidendo di più non solo per le aziende ma anche per i cittadini: il caro energia. Al di là di chi siano le colpe e se gli interventi attuati siano quelli giusti, c’è da dire che, forse, nella storia le bollette non sono mai state così costose per tutti. Nessuno escluso. A tal punto da mettere in difficoltà perfino i grossi imprenditori che, magari, non badavano neppure a questo capitolo di spesa.
Oggi, però, le cose sono notevolmente cambiate e, quindi, a fronte di praticamente due anni di inattività bisogna aggiungere anche il costo di un qualcosa che è necessario. L’energia, appunto.
Capienza ridotta
Le discoteche si trovano in particolare al Nord Italia, soprattutto a Milano e dintorni. E radunano ogni fine settimana persone di tutti i tipi, dalle escort Brescia per accompagnare l’imprenditore in una serata con amici ad un gruppetto di giovani che vuole semplicemente divertirsi.
Così, all’interno dei locali, c’era praticamente il delirio. Nel fine settimana tanta gente ammassata e, quindi, tanti soldi che entravano al locale. Oggi, però, le regole sono molto stringenti da questo punto di vista.
Infatti, all’interno la capienza è ridotta del 50% e all’interno del 25%. Praticamente, nel primo caso si tratta di metà persone che possono entrare e nel secondo dei ¾. Troppo pochi, rispetto ai costi che devono sostenere i gestori dei locali. Almeno, troppo pochi nella gran parte dei casi. Perché anche per rispettare le normative c’è bisogno di investire.
Più costi per rispettare le leggi
Le limitazioni dovute al Covid-19, in un periodo come questo, possono essere anche giuste. Però, comunque, richiedono delle spese da parte degli imprenditori che, in alcuni casi, non sono esattamente quattro spiccioli.
Ad esempio, bisogna ‘occupare’ un dipendente della struttura a registrare chi viene e a controllare il green pass rafforzato, in modo da evitare possibili contagi all’interno e multe salate in caso di controllo.
Ma non è l’unica spesa che bisogna affrontare. Ci sono anche i vari sanificatori che devono circondare praticamente tutta la struttura. Per non parlare, poi, dei vari sistemi di aerazioni che devono assicurare il ricambio d’aria. Magari prima non era obbligatorio e nessuno li aveva.
Oggi, invece, sono assolutamente imprescindibili. Senza dimenticare i bicchieri usa e getta, i guanti, le mascherine e chi più ne ha più ne metta. Insomma, un vero e proprio salato per rispettare le leggi e poter riaprire.
Del resto, alternativa non c’è. O si seguono le normative del legislatore oppure l’apertura non può esserci. Anche se, a queste condizioni, c’è il rischio che davvero in pochi riusciranno a stare a galla.