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Il maresciallo Forziati ha condotto le indagini sul caso

SESSA AURUNCA – Assenteismo in ospedale, i furbetti del cartellino incastrati dalle telecamere e dai telefonini. La testimonianza di Forziati

Sessa Aurunca – Nell’ultima udienza del processo ha parlato il maresciallo Forziati, all’epoca dei fatti comandante della stazione carabinieri di Teano e ufficiale di polizia giudiziaria che condusse le indagini sul caso dell’assenteismo all’ospedale San Rocco di Sessa Aurunca. E la testimonianza di Forziati ha messo in luce una serie di particolati curiosi.  C’era, ad esempio, chi aveva scoperto le telecamere dei carabinieri ma nonostante questo continuava ad assentarsi ingiustificatamente dal servizio in ospedale. Il militare – ascoltato dinanzi al collegio presieduto dal giudice Loredana Di Girolamo del tribunale di Santa Maria Capua Vetere – ha proseguito nella narrazione delle indagini rispondendo ancora alle domande del pubblico ministero. Altri, ad esempio, risultano in ospedale ma i cellulari sono “lontani”: carabinieri ‘inguaiano’ la cricca dei furbetti; l’analisi delle celle su cui si agganciavano gli smartphone incastra i medici assenteisti. Nel corso dell’udienza è stato aperto un focus sulle telecamere che avrebbero confermato come i dipendenti infedeli si sarebbero allontanati dal luogo di lavoro senza smarcare o si sarebbero fatti timbrare il badge da altri colleghi. Durante le investigazioni, infatti, i carabinieri si resero conto che presso il San Rocco c’era un’ulteriore uscita per il personale che non era stata inizialmente monitorata.  Così venne posizionata una nuova telecamera che non solo mostrava l’uscita dei dipendenti negli orari di servizio ma li seguiva fino al parcheggio evidenziando come si allontanassero in auto dal luogo di lavoro. Forziati ha poi rivelato un episodio. Uno dei dipendenti amministrativi finito nel mirino degli inquirenti, si accorse della presenza di una delle telecamere installate. Si avvicinò, la mosse, schiacciò un occhiolino. Poi rimise al suo posto l’occhio bionico salutò ed andò via. Nonostante fosse a conoscenza della presenza delle telecamere, il dipendente avrebbe reiterato le sue condotte fraudolente. Si torna in aula dopo Natale per il prosieguo dell’esame di Forziati.
Nel processo sono imputati:
Ferdinando Pasquariello, 62 anni di Caserta; Maria Rosa Matano, 47 anni di Caserta; Nives De Francesco, 63 anni di Mondragone; Rocco Leone, 54 anni; Francesca Macrì, 49 anni; Anna Maria Sorrentino, 64 anni; Alfredo Miosotis, 52 anni di Sessa Aurunca; Giacomo Freda, 52 anni di Sessa Aurunca; Carlo Gallinaro, 63 anni di Formia; Giuseppe Di Iorio, 62 anni di Sessa Aurunca, Martina Battaglia, 46 anni di Caserta; Salvatore Migliozzi, 69 anni di Carinola; Elio Maria Gaetano Avagliano, 60 anni di Roccamonfìna; Elvira Maggi, 41 anni di Caserta; Domenico Perretta, 53 anni; Antonietta Olimpia Di Bella, 64 anni; Luigi Mascolo, 55 anni; Gaetano Tessitore, medico; Ugo Attanasio (di Sessa Aurunca), Anna Bufano (residente a Sessa Aurunca), Giuseppina Ricciardi (di Carinola), Domenico Bova (di Carinola), Gloria Dell’Estate (residente a Sessa Aurunca), Vinicio Ferone (di Casoria), Nicoletta Iannotta (di Napoli), Valentina Carpine (di Teano), Salvatore Di Cerbo (di Piedimonte Matese) e Luigi Ragucci (di Napoli). Tutti sono accusati a vario titolo di truffa ai danni dell’Asl. L’indagine condotta dai carabinieri di Capua aveva accertato diversi episodi di falsa attestazione in servizio presso l’ospedale San Rocco. In qualche circostanza i medici si sarebbero avvalsi della collaborazione di altri colleghi, o addirittura anche di persone esterne all’ospedale, per marcare il badge. Tra i casi più eclatanti quello di un medico che mandò il figlio a marcare il suo cartellino mentre si trovava in vacanza all’estero. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Gennaro Iannotti, Angelo Librace, Gianluca Di Matteo, Dario Pepe, Camillo Irace, Luigi Imperato, Luigi Iannettone, Carlo De Stavola, Angelo Raucci e Giuseppe Stellato.

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