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Atrofia vulvo vaginale: che cos’è e come si cura

L’atrofia vulvo vaginale è la patologia “silenziosa” che colpisce una donna su due ed è caratterizzata dalla perdita di elasticità e di turgore dei tessuti dell’apparato genitale femminile. Nonostante l’ampia diffusione, questa patologia è ancora oggi sottostimata e parlarne è fonte di imbarazzo per migliaia di donne.

Cos’è l’atrofia vulvo vaginale:
E’ un disturbo molto diffuso nelle donne in menopausa (perché si interrompe lo stimolo ormonale proveniente dalle ovaie), nelle donne sottoposte a chemioterapia ed in misura ridotta in quelle che assumono estroprogestinici (la pillola). Comporta un assottigliamento dei tessuti genitali e delle mucose vaginali. Insorge molto frequentemente nelle donne in menopausa, non nell’immediato, ma a distanza variabile da 1 a 5 anni con interessamento spesso anche della vescica (sindrome uro – genitale che si accompagna a sintomi quali l’urgenza minzionale e cistiti ricorrenti).

L’atrofia vaginale può provocare sintomi come prurito; fastidio; secchezza; disturbi urinari.

Tutti sintomi che hanno importanti ripercussioni anche sulla sessualità di coppia; questa condizione, infatti, comporta quasi sempre un dolore importante durante i rapporti. L’atrofia è un’alterazione che non solo si ripercuote sullo spessore epiteliale (facilmente lesionabile, anche per minimi traumi), ma influenza profondamente anche la flora batterica che popola normalmente questo distretto corporeo, aprendo la strada a cistiti ricorrenti ed aumentando di circa tre volte il rischio di infezioni. Con l’arrivo della menopausa, infatti, la diminuzione dei livelli estrogenici ha un impatto anche sull’equilibrio dell’ecosistema della vagina e sull’immunità mucosale, determinando un decremento fisiologico dei lattobacilli rispetto al periodo fertile.

Diagnosi:
L’atrofia vaginale può essere spesso confusa con una vaginite  a causa dei sintomi condivisi da entrambe. Per questo è importante rivolgersi quanto prima al proprio ginecologo per la corretta definizione diagnostica. La diagnosi di atrofia vaginale viene stabilita dal ginecologo sulla base di un esame obiettivo approfondito.

Le cure:
I trattamenti sono diversi, da condividere e personalizzare. Esistono terapie ormonali sistemiche e/o locali e terapie non ormonali in grado di ripristinare l’elasticità e l’idratazione vaginale.

La terapia non ormonale:
Le terapie non ormonali sono rappresentate da sostanze di origine vegetale che agiscono localmente migliorando il trofismo e l’equilibrio batterico vaginale, come ad esempio:  gel lipidici contenenti vitamina E;  acido ialuronico;  altri.

La terapia ormonale:
La terapia ormonale, invece, è consigliata nella stragrande maggioranza delle donne. La terapia ormonale può essere sistemica e/o locale. Se si considera che ormai l’età media della vita di una donna arriva all’incirca agli 85 anni, ciò vuol dire che questa passa circa 35 anni di vita in menopausa con tutti i problemi che ne conseguono, che non sono relativi solamente alla secchezza vaginale, ma anche all’ipertensione, all’osteoporosi, all’aumento del colesterolo, del peso e tanti altri ancora. Anche se c’è ancora molto scetticismo da parte delle donne verso l’utilizzo della terapia ormonale sistemica, anche alla luce delle controindicazioni, questa si è rivelata molto efficace anche per la decalcificazione ossea e altri sintomi correlati, da tenere ovviamente sempre sotto controllo. La terapia ormonale si può effettuare anche localmente attraverso l’assunzione di ovuli e creme, a volte anche a più cicli.

Il trattamento di biostimolazione con acido ialuronico:
Lo scopo principale di questo trattamento è quello di stimolare la sintesi di collagene, ridurre la deplezione di acido ialuronico già presente nei tessuti e stimolare la proliferazione e l’attività dei fibroblasti. L’applicazione di acido ialuronico libero a livello vulvare, vestibolare e del terzo inferiore della vagina è in grado di migliorare moltissimo i sintomi della GSM (Sindrome Genitourinaria della Menopausa). E’ dunque un trattamento indicato nei casi di secchezza vaginale e dispareunia per ridare idratazione ai tessuti e ridurre lo stato di atrofia vulvovaginale sia iatrogena (causata da chemioterapie, radioterapie), sia dovuta a fisiologici processi di invecchiamento (menopausa). La biostimolazione con acido ialuronico libero può essere anche un valido ausilio nel trattamento di patologie come il lichen scleroatrofico vulvare.

Le cure per le donne con tumore al seno:
Un problema più importante che riguarda l’atrofia vulvo-vaginale si riscontra in quelle pazienti che sono state operate di tumore alla mammella, in quanto non possono essere sottoposte ad una terapia ormonale.  In questi casi si può agire attraverso le terapie non ormonali.

Accorgimenti e Consigli Utili:
Per alleviare la sintomatologia tipica della menopausa (secchezza vaginale, irritazione ecc.) e prevenire gli squilibri nella flora batterica che possono accompagnare la disbiosi vaginale, è importante seguire alcuni semplici consigli. Innanzitutto, è fondamentale curare l’igiene intima.
Il detergente intimo deve essere formulato in modo tale da non danneggiare l’equilibrio del pH vaginale. Inoltre, sono da evitare lavaggi troppo frequenti, spray per l’igiene intima e saponi troppo aggressivi o profumati. Infine, un altro importante consiglio è quello di evitare di indossare indumenti intimi sintetici o troppo aderenti.
L’atrofia vulvovaginale viene considerata “la Cenerentola” negli studi sulla menopausa, perché viene spesso dimenticata, lasciata a casa, nascosta sotto le lenzuola. Un disturbo di cui non si parla, a volte nemmeno con il ginecologo, perché crea imbarazzo. Molte donne, poi, pensano che sia una condizione inevitabile: si invecchia, arriva la menopausa, quindi i rapporti sessuali diventano più difficili. E invece no. La secchezza vaginale, la perdita di elasticità, il prurito e la dispareunia (il dolore durante un rapporto sessuale) che caratterizzano l’atrofia vulvovaginale sono, certamente, sintomi di qualcosa di naturale, ma contro cui molto si può fare.
Le terapie ci sono. Ma non se ne parla.

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