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CASERTA – Stato falsario, sindaci faziosi: ecco le cause del tracollo amministrativo che nuoce ai contribuenti

CASERTA (Nando Silvestri) –  E’ recentissima la notizia raccapricciante che svela la presenza di falsari negli organismi dello Stato, in special modo nel ministero delle infrastrutture, che producono atti fittizi e alterati come scadenti e insidiosi prodotti cinesi. Il suddetto dicastero si è difatti distinto per aver emanato un’ ordinanza contenuta in una circolare che “raccomandava” prudenza e moderazione nella definizione del procedimento di demolizione di diverse dimore costruite abusivamente sulle pendici del Vesuvio, predisposto proprio dallo stesso dicastero con una precedente circolare. Questo misfatto, nonostante la disdetta con cui le istituzioni hanno sconfessato il documento falso, induce a riflettere sull’allargamento incalzante del perimetro statale perfidamente congegnato sul malcostume e sulla corruzione di dipendenti pubblici, politici di centro destra e centro sinistra e intermediari lestofanti. Verrebbe anzitutto da chiedersi quanti di questi atti, procedimenti ministeriali e governativi ad oggi vigenti, emanati in passato con il placet della politica dislessica e accomodante a suon di timbri e scartoffie fasulle ben camuffate, sono in realtà i prodotti della degenerazione, della mistificazione e della contraffazione di funzionari indegni e collusi con i loro mandanti screanzati, grazie ai quali il nostro paese è cresciuto nella classifica mondiale delle nazioni più corrotte del globo superando di una spanna Grecia, Tunisia e addirittura il Ghana. E’ inaccettabile e clamoroso che esista uno Stato come il nostro che pretende dai contribuenti oneri e gabelle sul patrimonio come tangenti estorte dal più feroce e intransigente dei gangster e che, dopo essersi espresso seguendo un certo orientamento, smentisce se stesso senza ritegno, senza scrupoli, senza vergogna soprattutto nei confronti della componente basale dello Stato, la popolazione, della quale si serve per ingrassare i suoi rami più secchi. Il crollo vertiginoso e verticale della credibilità amministrativa, oltre ad essere un dato strutturale, è certamente un male endemico diffuso sia a livello centrale, che nelle istituzioni  e nelle amministrazioni locali, in egual misura, specialmente nei comuni campani, tanto da sollecitare lo sdegno e il sovrano disprezzo dell’unico partito italiano degno di nota per pudore e dignità, quello dei non votanti. A tal proposito la fiducia dei liberi cittadini casertani nei confronti del primo cittadino non può che tendere  allo zero come un limite matematico, soprattutto per quanto concerne la gestione di servizi fondamentali, spazzatura, ambiente e vivibilità, subordinati oramai agli slanci unidirezionali del sindaco e dei suoi passacarte, incentrati esclusivamente sul calcio e sul business.  La polemica innescata recentemente  dall’UDC sulla presenza di una tara abominevole come quella dell’ex Eca negli avvisi di pagamento della Tarsu non è che la punta dell’iceberg. Infatti l’ambiguità del diritto tributario italiano debordante di falle, norme, circolari e disposizioni non di rado contrastanti e controverse prevalentemente inclini ad inondare di incertezza il diritto tout court, accoglie con estrema disinvoltura  pareri dualistici emessi dai più noti tributaristi italiani in ordine alla legittimità di una maggiorazione riferibile ad una tassa ereditata dalla preistoria, l’Eca. Qui non si tratta tanto di avallare quanti come gli esperti del Sole 24 Ore la giustificano solo nella misura in cui l’ente locale riscuota la Tarsu mediante ruolo (desueto dal 2011) o quanti invocano a ragione il parere contrario della Corte dei Conti e la scomparsa degli Enti Comunali di Assistenza. Si tratta piuttosto di entrare  da contribuenti vessati nel merito del vampirismo randagio delle istituzioni che sottraggono risorse ai cittadini ovunque sia possibile senza offrire in cambio praticamente nulla. Il perbenismo bigotto e guitto con il quale Del Gaudio avalla da commercialista il prelievo sotteso all’ex Eca, argomentandone praticamente la fusione con la Tarsu, nasconde in verità l’aspetto più scellerato e impudente delle istituzioni italiane che si sentono legittimate ad agire secondo la regola della asimmetria e dell’eccezione sottraendosi praticamente ad obblighi costituzionali e doveri inderogabili sanciti dai Testi Unici. Non sarebbe certo un problema per i contribuenti casertani versare con uno sforzo aggiuntivo una integrazione se la città fosse depurata e bonificata da sporcizia, insetti e discariche abusive particolarmente abbondanti e devastanti nella periferia e nelle frazioni non di rado attanagliate dall’oscurità nonostante una pletora di denunce ai carabinieri dei crescenti reati ambientali alimentati dalla crisi. Quel che è invece inaccettabile per i casertani è l’obbligo di sacrificare oltremodo il proprio vincolo di bilancio per un servizio assente, squallido e decadente o a dir poco fatiscente che per un motivo o per un altro costa sempre di più. Quel che turba maggiormente le coscienze cittadine, talvolta vigili e avvedute, è l’obbligo incombente di accettazione supina e incondizionata dell’inettitudine e della spavalderia dell’amministrazione comunale nonostante la  crescente tendenza del sindaco Del Gaudio a darsi ragione da solo in armonia con uno Stato sempre più fazioso, usuraio e borseggiatore  che sa distinguersi solo per la capacità di affogare i malesseri dei contribuenti nelle beghe del pallone dietro le quali scompaiono come per incanto soprusi e scelleratezze di sindaci, ministri e falsari.

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