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Pasquale Capriglione

TEANO / SPARANISE / CASERTA / FALCIANO DEL MASSICO – Servizi Sociali, l’Antimafia accusa: milioni di euro nelle casse della Camorra. Il contributo dei pentiti

TEANO / SPARANISE / CASERTA / FALCIANO DEL MASSICO – L’indagine venuta alla luce ieri con le perquisizioni nelle case e negli uffici di una ventina di indagati è appena all’inizio. Per anni e anni sarebbero finiti nelle casse del clan dei Casalesi i soldi pubblici erogati alle cooperative socio-scolastici-assistenziali per minori da diversi comuni tra le province di Caserta e Napoli e non solo: è l’ipotesi sulla quale stanno lavorando la Squadra Mobile di Caserta che ieri su disposizione della DDA di Napoli ha eseguito una serie di perquisizioni e sequestri nei confronti di 16 persone fisiche e 8 soggetti giuridici. Secondo quanto sta emergendo dalle indagini che hanno portato, nella giornata di venerdì, la Squadra Mobile di Caserta ad effettuare decine di perquisizioni nelle case e negli uffici, la commercialista aveva puntato su due ‘fidati imprenditori’ Luigi Lagravanese e Pasquale Capriglione per infiltrarsi nella gestione di servizi nel settore socio sanitario e socio assistenziale. A sostenere la tesi della vicinanza degli imprenditori e dei “faccendieri” del Terzo settore al clan dei Casalesi ci sarebbero le dichiarazioni di vari pentiti che hanno rilevato i rapporti che i “colletti bianchi” avevano con Nicola Schiavone, Mario Schiavone, Carmine Schiavone, Antonio Iovine, Nicola Coppola, Massimo Russo, Giuseppe Misso, Mario Iavarazzo. Sono loro ad aver delineato uno scenario “nuovo” agli inquirenti, spingendoli ad indagare su questo delicato settore
Pasquale Capriglione è stato capace in tutti questi anni di tessere rapporti molti stretti con una serie di politici e amministratori locali. Noto a tutti il forte rapporto di amicizia con il consigliere regionale Giovanni Zannini di Mondragone (non indagato), con il sindaco di Sparanise Salvatore Martiello e con il vice sindaco di Teano Sandro Pinelli (non indagato).
Tra gli indagati (venti le persone fisiche) figurano l’ex senatore Nespoli, il sindaco “autosospeso” di Sparanise Salvatore Martiello, un ex assessore del Comune di Caserta, Maria Giovanna Sparago, due persone ritenute molto vicine al clan dei Casalesi e anche una commercialista, Eufrasia Del Vecchio, detta Esia, sorella di Carlo, storico referente dei Casalesi a Santa Maria Capua Vetere da anni detenuto, e legata da vincoli di parentela alla famiglia Schiavone del clan dei Casalesi. Gli investigatori si stanno concentrando sull’affidamento dei servizi sociali in particolare per i minori ad alcune cooperative alcune riconducibili proprio alla professionista. Cooperative che si sostengono con fondi pubblici e che sono state costituite, ipotizzano gli investigatori, con i soldi del clan quando le amministrazioni comunali competenti erano sotto l’influenza mafiosa.
Dall’acquisizione di documenti, telefoni e computer gli inquirenti sono convinti di poter trovare nuovi spunti investigativi per poter chiudere il cerchio. Le accuse contestate ai 20 indagati sono varie: si va dalla corruzione alla concussione, passando alla turbativa d’asta, la fittizia intestazione, l’emissione di fatture false per operazioni inesistenti. Il tutto condito dall’aggravante dell’agevolazione mafiosa. Per ‘Esia’ Del Vecchio, che teneva la contabilità di oltre 140 cooperative sociali, i cavalli vincenti su cui puntare sarebbero stati Lagravanese e Capriglione che, insieme a Sonia Flauto, avrebbero assicurato, secondo la ricostruzione degli inquirenti, “illeciti condizionamenti” per l’aggiudicazione di alcune gare nell’ambito del Terzo Settore sia nei Comuni della provincia di Caserta (Il Capoluogo, Sparanise, Teano) che nel napoletano. Ipotesi di reato che adesso dovranno essere (o meno) confermate dagli atti acquisiti durante le perquisizioni.  Molti indagati sono intestatari fittizi delle cooperative società che si aggiudicavano gli appalti; altri sono invece funzionari pubblici. Infine ci sono anche Orlando Diana e Maurizio Zippo, già indagati per associazione mafiosa e, secondo diversi “pentiti”, vicini a diversi boss di spessore tra cui Michele Zagaria. Uno, inoltre, avrebbe anche utilizzato le sue competenze tecniche per ostacolare le intercettazioni dei poliziotti. Ad essere ritenuti vicini alla fazione Schiavone dei Casalesi sono anche gli indagati Pasquale Capriglione e Luigi Lagravanese attraverso soggetti economici a loro riconducibili. Le gare finite al centro dell’indagine della Polizia di Stato e della DDA riguardano due Asl (Caserta e Napoli) e i comuni di Teano, Sparanise, Caserta, Pomigliano d’Arco, Frattamaggiore e Afragola, questi ultimi entrambi per un asio nido.

 

 

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