ROMA – Verso il collasso finanziario dell’Europa
Le misure che propone Merkel per uscire dalla crisi (modifica dei Trattati Ue, unione fiscale e sanzioni severe a chi viola il vecchio Patto di Stabilità e Crescita) sembrano lasciare il tempo che trovano di fronte a un crollo che ormai è dato per imminente.
Certo, che a segnalarlo sia la stampa inglese – “viziata” dal peccato originale del Paese che si è tenuta cara la sterlina e non ha voluto aderire all’euro – non fa testo. Ma quando anche i giornali tedeschi (è accaduto nei giorni scorsi) rivelano che il governo federale ha chiesto in via riservata una “simulazione” in caso di fallimento della valuta europea, c’è da preoccuparsi.
A dare l’ultimo colpo ci ha pensato stamattina il New York Times. «Le principali banche statunitensi sono pronte a un possibile default dell’Eurozona» – dice il quotidiano statunitense – ricordando che colossi come Merrill Lynch, Barclays Capital e Nomura hanno redatto una messe di simulazioni che ipotizzano il crollo dell’euro. «La crisi finanziaria della Eurozona è entrata nella fase più rischiosa», hanno spiegato gli analisti di Nomura citati dal Nyt, per cui «ora un crollo dell’euro appare probabile più che possibile». Secondo il quotidiano, «le autorità Usa hanno pressato banche quali Citigroup e altre affinché riducano l’esposizione verso l’Eurozona». La stessa operazione, con un monitoraggio dell’esposizione delle banche, starebbero attuando in Asia le autorità di Hong Kong.
A fronte dell’allarme oltreoceano, il quotidiano osserva la tranquillità delle banche francesi e italiane, secondo cui «è impossibile che l’euro possa crollare. Anche se banche come Bnp Paribas, Société Générale, Unicredit e altre hanno scaricato nel recente periodo decine di miliardi di debito sovrano, la convinzione è che ci sono poche ragioni per fare di più». In particolare per l’Italia, il giornale riporta le dichiarazioni del presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo Andrea Beltratti: «Sicuramente mi sentivo più fiducioso qualche mese fa, ma resto ottimista tuttora».