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Cellole / Casapesenna – Estorsione mafiosa a imprenditore cellolese: condannati Del Villano e Sicilia

Cellole / Casapesenna – Il giudice del Tribunale di Napoli hanno emesso la sentenza di primo grado a carico di due persone ritenute responsabili di estorsione ai danni di un imprenditore operante nel territorio di Cellole. Cinque anni e 5 mesi la condanna inflitta dal giudice a Luigi Del Villano e Giovanni Sicilia, accusati di un tentativo di estorsione ai danni dell’imprenditore. Il pubblico ministero aveva invocato una pena più severa, 8 anni di reclusione a testa, ma il giudice accogliendo parzialmente le tesi dei difensori dei due imputati ha inflitto una condanna più lieve.
Il processo nasce da una indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Sessa Aurunca, sfociata nell’esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso  il Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di SICILIA  Giovanni cl. 62 e DEL VILLANO Luigi cl. 71. Le indagini condotte dai militari dell’Arma, tra i mesi di settembre e dicembre 2020, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, supportate da intercettazioni telefoniche, ambientali e videoriprese, permisero di  acquisire  gravi  indizi  di colpevolezza a carico dei due indagati in relazione ad un tentativo di estorsione aggravato dal metodo mafioso, commesso in danno di un imprenditore di Cellole (CE). Dalle convergenti risultanze investigative merse che DEL VILLANO Luigi e SICILIA Giovanni, presentandosi all’imprenditore quali rappresentanti della famiglia ZAGARIA di Casapesenna e della “ndrangheta”, lo minacciavano di morte, anche mediante l’utilizzo di armi da fuoco, con l’intento di costringerlo al pagamento di una ingente somma di denaro quale saldo dei lavori edili effettuati da una ditta della provincia di Caserta, presso un capannone industriale della vittima, destinato allo stoccaggio di rifiuti. Con la medesima condotta, gli   indagati   pretendevano dall’imprenditore anche   il versamento   di   una maggiorazione pari al 5% dell’importo dei citati lavori, nonché di desistere dalla compravendita di una società operante nel settore di raccolta e trasporto di rifiuti speciali nella provincia di Frosinone.

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