Tora e Piccilli – E’ stata respinta la richiesta dell’indagato di ottenere la libertà oppure, in alternativa, una misura cautelare meno pesante degli arresti domiciliari. I giudici del Riesame di Napoli, infatti, hanno confermato la misura disposta dal Giudice per le Indagini preliminari di Santa Maria Capua Vetere. In sostanza sembra reggere, per ora, l’impianto accusatorio a carico del poliziotto di Tora e Piccilli; un impianto accusatorio che, in generale, sembra aver retto davanti al riesame.
Giacomo Golluccio ha spiegato le proprie ragioni, si è difeso respingendo ogni accusa e ribadendo di non aver mai preso parte alla mattanza. Ma non è stato creduto dai giudici.
Il 45enne, attualmente, si trova agli arresti domiciliari nella propria abitazione del piccolo paese dell’Alto Casertano. Intanto dagli atti dell’ordinanza emerge una ricostruzione preoccupante. Il gip Sergio Enea sottolinea che, con tutta probabilità, la violenza nel carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere non fu “un mero incidente di percorso”, ma “una costante nel rapporto tra gli indagati e i detenuti”. Il provvedimento firmato dal giudice ha riguardato 52 esponenti della polizia penitenziaria (ad ogni livello), mentre la Procura ha posto sotto inchiesta, complessivamente 117 persone. Proprio per questo pensiero il gip ha evidenziato “il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove”.
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