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foto di repertorio

Teano – Estorsioni e minacce con metodo mafioso, scarcerato Faella: ai domiciliari a Isernia

Teano – Il giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha accolto la richiesta dei difensori dell’imputato – gli avvocati Ciro Balbo e i figli Sergio ed Ermelinda – scarcerando Francesco Faella e collocandolo agli arresti domiciliari fuori regione. L’uomo è stato trasferito in un’abitazione nel comune di Isernia.
Faella venne arrestato 13 mesi fa nell’ambito di una inchiesta condotta dall’Antimafia; secondo l’accusa imponevano sul territorio la “legge” loro e quella dei Casalesi con la violenza. Gli inquirenti hanno scoperto diversi episodi estorsivi consumati dal gruppo, tra cui quella ai danni di un allevatore di cani.  Diversi gli episodi criminali contestati alle sette persone coinvolte nell’indagine della Polizia di Stato che ha disarticolato il sodalizio con a capo ARIA Michele Giuliano, ex cutoliano, attuale reggente del clan de’ “i casalesi” nell’agro di Teano, e SALERNO Salvatore, referente di zona del federato clan “PAPA”.
Le sette persone sono gravemente indiziate, a vario titolo, di concorso in estorsione, consumata e tentata, lesioni personali, porto di strumenti atti ad offendere, tentata violenza privata e minacce. Si tratta di reati pluriaggravati, riuniti sotto il vincolo della continuazione, perpetrati nell’agro di Teano dal 2016 al dicembre 2018, e per i quali è stata ritenuta sussistente l’aggravante del metodo mafioso poiché commessi avvalendosi della forza di intimidazione che promana dal sodalizio camorristico cd. de’ “i casalesi”. Nella rete della Procura finirono ARIA Armando, ARIA Michele Giuliano, ARIA Michele jr., CORBISIERO Lorenzo, CORSO Paride, FAELLA Francesco e SALERNO Salvatore. Quest’ultimo ha scelto di essere processato con il rito abbreviato ed è già stato condannato in primo grado. Gli altri stanno affrontando il processo con il rito ordinario.
Per costringere le vittime ad assecondare le continue richieste di denaro, gli indagati si sono resi autori, a vario titolo, di danneggiamenti e molteplici episodi di violenza, come minacce di morte e aggressioni fisiche, anche con armi improprie – quali mazze da baseball e altro – all’uopo portate con sé. Al fine di rendere più concrete le minacce, ARIA Michele Giuliano, che si è presentato come “compare di Cutolo”, ha sempre anteposto alle richieste la sua attuale appartenenza al clan dei casalesi, non omettendo di ostentare la commissione, in passato, di gravi delitti di sangue. “La gente bisogna sgozzarla… Dobbiamo comprare due asce… ti faccio vedere come si stacca la testa alla gente”, disse a Paride CORSO durante una telefonata intercettata. Per le medesime finalità vessatorie, l’ARIA si propose anche quale intermediario, tra gli imprenditori e terzi fornitori, per rientrare dei crediti da questi vantati, così esercitando sulle vittime una più intensa pressione.

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