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Piedimonte Matese / Alife / San Potito Sannitico – Droga, estorsioni, minacce e monete false. Sentenza per 11 imputati: 8 condanne e 3 assoluzioni

Piedimonte Matese / Alife / San Potito Sannitico – Arriva la sentenza di primo grado, emessa dal giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, per un gruppo di persone, tutte dell’area Matesina, coinvolte in una inchiesta contro lo spaccio di droga e il traffico di monete false. La gran parte degli imputati hanno scelto il rito abbreviato – una formula che in caso di condanna garantisce all’imputato uno sconto sulla pena – altri il patteggiamento, altri ancora il processo ordinario. La sentenza di oggi, chiaramente, arriva per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato.

Valerio Cappello – 6 anni + 40mila euro di multa
Fabio D’Onofrio – 8 mesi + 1000 euro di multa
Angelo Iaquinto – assolto
Giuseppe Caravella – anni 2 e mesi 10
Salvatore Caravella –  3 anni e mesi 4 + 20mila euro di multa
Giovanni Cappello – 5 anni e 10 mesi + 30mila euro di multa
Silveria Luciani – 6 anni + 40mila euro di multa
Alessandro Moreno – assolto
Pietro Grande – assolto
Maurizio Cassella – 1 anno e 2 mesi
Vittorio Cassella (senior) 1 anno e due mesi + 400 di multa

Federico Vetere, Giorgio Cenerazzo, Giuseppe Cenerazzo, hanno scelto il rito ordinario per cui il processo partirà fra qualche mese. Questi ultimi tre indagati sono accusati di aver messo in commercio banconote false. Non sono quindi accusati di spaccio di droga.

La vicenda:
Le complesse attività d’indagine svoltesi con attività tecniche e servizi di osservazione, controllo e pedinamento in sinergia dai due Reparti operanti, hanno consentito di accertare l’esistenza di una piazza di spaccio nella zona dell’Alto Casertano, avente ad oggetto diverse tipologie di sostanze stupefacenti (crack, eroina e cocaina).  In particolare, i componenti del nucleo familiare facente capo a CAPPELLO Valerio (il figlio Giovanni e la moglie LUCIANI Silveria) e i fratelli CARAVELLA Salvatore e Giuseppe, si adoperavano spacciando in favore di giovani del luogo e dei comuni limitrofi, le sostanze stupefacenti in argomento. In più occasioni sono stati operati dei controlli e sequestri di sostanze stupefacenti, nei confronti di soggetti che per loro conto erano andati ad acquistare la droga in Comuni del napoletano (Parco Verde d i Caivano). Il linguaggio criptico utilizzato dai soggetti, gli incontri organizzati sempre in local ità diverse, compreso le abitazioni provviste di sistemi di videosorveglianza privati, erano tutti espedienti per eludere le indagini e i controlli a loro carico da parte degli inquirenti. L’aspetto più inquietante è rappresentato dalla spregiudicatezza con cui i coniugi – pur di eludere i controlli delle forze dell’ordine- non avevano alcuna remora a ricorrere al figlio minore per effettuare le consegne della droga ai loro acquirenti. L’attività di indagine ha svelato l ‘elevata capacità delinquenziale della famiglia Cappello che aveva diversificato i campi dell’illecito su cui operare. Pur di far assumere il figlio come autista in una ditta di trasporti, i Cappello erano arrivati al punto di minacciare un privato (che aveva il compito di intermediario), prospettandogli di raccontare alla di lui moglie vicende non veritiere.

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