Teano / Arce – Omicidio Mollicone, gli accertamenti che scagionarono Marco Mottola

Teano / Arce – Nell’immediatezza dei fatti, dopo i funerali della 18enne Serena Mollicone, venne a galla una pista del coinvolgimento di Marco Mottola nell’uccisione della giovane. Una pista che però fu scartata dopo le analisi nella vettura dell’indagato e dopo il confronto con una testimone che non riconobbe nel giovane sidicino la persona con cui Serena stava discutendo nei pressi del bar delle Chioppetelle. A parlare, nel processo in corso presso il Tribunale di Cassino è un ex poliziotto, all’epoca componente della squadra speciale che si occupavano di delitti attribuiti al “mostro di Firenze”, che fu inviato ad Arce per coadiuvare i carabinieri nelle indagini. “Venimmo a sapere che la titolare di un bar aveva visto Serena Mollicone discutere con un giovane biondo. Per questo mi recai dalla donna alla quale mostrammo una foto del funerale di Serena dove alcuni giovani erano attorno alla bara bianca e lei, indicando Marco Mottola, ci chiese chi fosse. Non le dissi chi era. C’era l’indicazione di cercare un’auto bianca, ma non si capiva il motivo. Capimmo allora che era quella di Mottola anche trovammo riscontro agli abiti indossati il primo giugno da Mottola, sulla scorta di queste dichiarazioni fu eseguita una ispezione proprio a carico di Marco Mottola. La polizia scientifica esegui il luminol nella Lancia Y10 di Mottola e l’esito fu negativo. Poi il magistrato decise di fare un confronto in Procura tra Marco Mottola e Simonetta Banchi, lei non lo riconobbe. A questo punto la pista Mottola venne definitivamente ritenuta morta dai Carabinieri e della Procura – ha concluso Giuseppe Pizzo – e io mi concentrai sull’altra pista, quella riguardante Carmine Belli”. L’udienza è stata poi aggiornata a venerdì 18 giugno quando a deporre sarà Carmine Belli