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Tora e Piccilli – Il sindaco a due “teste”: metà Giulio Cesare, metà Andreotti

Tora e Piccilli – Il sindaco Luciano  Fatigati traballa, praticamente non ha più la maggioranza tanto che sta “pensando”  seriamente di passare all’opposizione! Intanto, dopo la dura lettera con cui il suo vice sindaco, Lippo, ha deciso di dimettersi dalla giunta e quindi di rinunciare anche alla vice sindacatura, Fatigati ha diffuso al mondo una perla  con la quale palesa la sua doppia personalità: meta si sente come l’imperatore Giulio Cesare, per l’altra metà come il grande statista Giulio Andreotti.  Infatti nel post – di amarezza – pubblicato sul proprio profilo facebook, Fatigati, per spiegare il tradimento subito di Lippo cita la famosa frase dell’imperatore Cesare: “Tu quoque, Brute, fili mi! (anche tu bruto figlio mio)”. Lui si sente come un padre per Lippo, tanto che scrive: in questa frase di Cesare si riassume tutta sete di potere dell’uomo. Un figlio riesce a complottare contro il padre solo per la sete di potere, non facendosi scrupolo di organizzare una congiura contro il padre.
Poi, chiaramente, Fatigati da sfogo anche alla sua altra metà, quella con cui si sente Andreotti, e scrive:  “il potere logora chi non c’è l’ha” e poi, per rimarcare, a suo dire, il tradimento subito, precisa: “in questa frase viene rimarcata la sete di potere delle persone che al cospetto della quale sono disposti alle peggiori vigliaccherie e tradimenti”.
Purtroppo Fatigati ha dimenticato, fra una testa e l’altra, di citare una massima nostrana: chi è causa del proprio mal pianga se stesso. Altro che citazione di Cesare o di Andreotti, questa frase rappresenta  ben ciò che sta succedendo a Tora e Piccilli

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