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Piedimonte Matese – Masterplan e “affari” in municipio: le “minacce” di Menditto verso Civitillo  

Piedimonte Matese – C’è una conversazione telefonica, nell’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Santa Capua Vetere, che rende bene l’idea sul clima che regnava all’interno della casa comunale e delle pressioni che alcuni impiegati, in particolar modo quelli dell’ufficio tecnico, subivano. Lo racconta l’ex tecnico comunale, Vincenzo Menditto, in una telefonata con Bruno Pagliaro da Dragoni, ritenuto un factotum della famiglia Civitillo. Pagliaro è indicato, negli atti della Procura, come persona che si era occupato di portare a termine le volontà del CIVITILLO in ogni investimento che questi aveva in campo. Nella conversazione Menditto  non lesinava di rimarcare le “pressioni” che era stato costretto a patire circa le richieste che gli erano pervenute dall’imprenditore: «io ho un diario dove tengo segnate data e ora desìi incontri avvenuti sotto l’ASL, di quello che è avvenuto nel Comune, le pressioni sui Salesiani, le pressioni sul MasterPlan poi decreto Colenda, c’ho segnato tutto…».  Menditto spiega a Pagliaro che Civitillo deve lasciarlo fuori dalla lite tra il Sindaco ed il Civitillo stesso perché, diversamente, avrebbe denunciato tutto: «….non sono cazzi miei! a me ora mi deve lasciare stare in pace …me ne fotte dei soldi che tiene ma dal basso dei miei duemila euro di stipendio mensile gli faccio un culo tanto a lui e a tutto il resto!  Non mi devono più nominare, neanche in via senerica, non so come spìegarglielo, dopodichè mi alzo e vado alla Guardia di Finanza con tutto il resoconto…dal primo all’ultimo…».

 

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3 commenti

  1. Non dalle minacce “farò, dirò….”
    ma dalle denunce effettivamente fatte
    si apprezza il valore di un uomo

    Non dalle pressioni “subite”
    ma dalle reazioni praticate
    si apprezza la coerenza di un uomo

    Non da ciò che si scrive in un diario
    ma da quello che si verbalizza davanti agli organi competenti
    si capisce chi sta contro cosa, se e perché.

    Altrimenti è tutta furfantaria di acque torbide
    per rendere indistinguibile se il sole gira intorno alla terra o viceversa

  2. Charles Spencer Chaplin

    È la solita barzelletta:
    – io sono lo ngignere del Comune e, quindi sono il migliore e merito di essere scelto tra i millanta tecnici di serie “c” che vagano per la Campania;
    – io organizzo la gestione del controllo e sviluppo del territorio del Comune dando al Sindaco, all’Assessore, alla Giunta, al Consiglio e a ogni altro bisognoso il necessario supporto, indicazione, parere, stima, assenso ecc…. per l’esercizio di questo potere;
    – io merito, evidentemente, per tutta questa scienza profusa e diffusa, il massimo di ogni corrispettivo stipendiale, riconoscimento di incentivi, erogazione premiale di produttività, illimitata dotazione di mezzi, ecc…;

    ….. MA …….

    – se mi fanno pressione per comportarmi in modo illecito….
    – se mi chiedono di compiere atti illeciti …..
    – se mi invitano a voltarmi dall’altra parte mentre si compiono atti illeciti…..

    Beh…… capitemi…. in fondo sono esattamente come voi ……. anch’io ho famiglia………

    PECCATO CHE NON FA PIÙ RIDERE!

  3. Giorno Dellacivetta

    Codice penale
    “Art. 361. – Omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale.
    Il pubblico ufficiale, il quale omette o ritarda di denunciare all’autorità giudiziaria, o ad un’altra autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, un reato di cui ha avuto notizia nell’esercizio o a causa delle sue funzioni, è punito con la multa da euro 30 a euro 516.
    La pena è della reclusione fino ad un anno, se il colpevole è un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria, che ha avuto comunque notizia di un reato del quale doveva fare rapporto.
    Le disposizioni precedenti non si applicano se si tratta di delitto punibile a querela della persona offesa.”

    POSTILLA ESPLICATIVA

    NEL CASO IN CUI LE NOTIZIE DI REATO SIANO PUNTUALMENTE ANNOTATE IN UN DIARIO, IL PUBBLICO UFFICIALE HA L’OBBLIGO DI CONSEGNARLO ALL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA: ALTRIMENTI SARÀ AUTOMATICAMENTE, ETERNAMENTE E INCANCELLABILMENTE ISCRITTO D’UFFICIO NELL’ALBO ISTITUITO DAL COMPIANTO SCIASCIA, ULTIMA SEZIONE:

    «Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi.

    E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre. Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo.»