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Alife / Maddaloni / Pesco Sannita – Travolsero un 56enne sulla Telesina. Due sotto processo

Alife / Maddaloni / Pesco Sannita  (di Danilo Pettenò) – Dopo quasi due anni e mezzo dalla tragedia, si avvicina finalmente l’ora della giustizia per i familiari di Carminuccio Tuccino Polvere, il 56enne di Pesco Sannita vittima di un terribile ed evitabile incidente stradale occorso il 2 gennaio 2019 sulla Statale 372, nella periferia di Benevento. A conclusione delle indagini preliminari, il Pubblico Ministero della Procura beneventana titolare del procedimento penale per omicidio stradale, il dott. Francesco Sansobrino, ha chiesto il rinvio a giudizio per i conducenti dei due mezzi che “cagionavano con colpa la morte della vittima” travolta mentre era ferma a bordo strada col suo furgone dopo un precedente tamponamento, causando gravi lesioni anche alla madre che viaggiava con lui: si tratta di M. R. D. C, una sessantenne di San Lorenzello (BN), e di L. M., 58 anni, camionista di Maddaloni (CE). Quel mattino il cinquantaseienne, che gestiva con i genitori, a Pesco Sannita, un’azienda agricola a conduzione familiare, si stava recando al mercato di Benevento per vendere i suoi prodotti ortofrutticoli con il suo Fiat Doblò, a bordo del quale si trovava anche la madre oggi settantottenne, e procedeva sulla SS 372 da Caianello a Campobasso quando è rimasto coinvolto in un lieve tamponamento con una Fiat Punto guidata da M. C. C., 46 anni, di Alife (CE). Polvere ha accostato il veicolo il più possibile, sulla striscia stradale destra della sua corsia di marcia lungo il canale di scolo della carreggiata, ed è sceso per scambiare i dati con la controparte e compilare la constatazione amichevole. È allora che è sopraggiunto il Daihatsu Therios condotto da M. R. D. C. il SUV ha urtato violentemente la parte posteriore del Doblò, fermo ai bordi della Statale, innescando l’inferno. Mentre il fuoristrada si ribaltava in centro strada, Polvere e la madre, che erano in piedi davanti al loro veicolo, a causa del colpo subito da quest’ultimo sono stati sbalzati nel vicino canale di scolo. Verosimilmente il cinquantaseienne sarebbe sopravvissuto a questo primo impatto, comunque determinante nella causazione della tragedia, così come si è salvata la mamma, pur essendo rimasta per giorni in prognosi riservata e avendo riportato traumi importanti tra cui la frattura del bacino. Il conducente del furgone infatti ha avuto l’ulteriore sventura di essere colpito una seconda e fatale volta dall’autoarticolato Iveco Stralis, con relativo semirimorchio, condotto da L. M., che pure sopraggiungeva nella stessa direzione e che lo ha travolto con lo spigolo della parte anteriore destra, all’altezza del faro e del fanalino, mentre stava provando a rientrare nella banchina stradale risalendo a carponi il canale di scolo: un urto tremendo, che ne ha determinato la morte istantanea a causa delle gravissime lesioni cranio-encefaliche per politrauma da investimento. L’udienza preliminare è fissata per il 12 gennaio  2022 nel locale Palazzo di Giustizia.

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