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foto di repertorio

Vairano Patenora / Teano – Estorsioni e minacce con metodo mafioso, Oliva sul banco dei testimoni

Vairano Patenora / Teano – Si è svolta, ieri, una nuova udienza del processo a carico di sei persone accusate a vario titolo, di concorso in estorsione, consumata e tentata, lesioni personali, porto di strumenti atti ad offendere, tentata violenza privata e minacce. Si tratta di reati pluriaggravati, riuniti sotto il vincolo della continuazione, perpetrati nell’agro di Teano dal 2016 al dicembre 2018, e per i quali è stata ritenuta sussistente l’aggravante del metodo mafioso poiché commessi avvalendosi della forza di intimidazione che promana dal sodalizio camorristico de’ “i casalesi”. Una vicenda che ha visto già una condanna a carico di una delle persone coinvolte. Si tratta di Salvatore Salerno – di Calvi Risorta – che ha scelto il rito abbreviato davanti al Giudice per le indagini Preliminari del Tribunale di Napoli. L’imputato è stato condannato a cinque anni di reclusione.

La testimonianza
Nell’ultima udienza un imprenditore teanese, Oliva, titolare di una rinomata attività specializzata nella vendita e riparazione di macchine agricole e per il giardinaggio, è salito sul banco dei testimoni per raccontare quello che vide quando una delle vittime si rifugiò all’interno della sua attività commerciale per sfuggire all’aggressione condotta da alcune degli imputati. Oliva ha ripercorso i punti salienti di quella vicenda che fu così rappresentato, dalla vittima, agli investigatori: “…era la fine di agosto 2017, ero a tavola con mia moglie quando mi giunsero delle chiamate e dei messaggi, l’interlocutore si presentava con voce maschile, diceva: “merda dove sei, sono ARIA Armando, poi ti faccio vedere io chi sono, ti devo ammazzare”, su Watsapp invece continuava a minacciarmi dicendo che sarebbe venuto al salone ad ammazzarmi. Nel pomeriggio arrivò una Mercedes guidata da Armando Aria, con all’interno altre persone. L’uomo venne nel gabbiotto e mi disse: stamattina qualcuno fuori dal tuo salone ha preso in giro la mia fidanzata, voglio sapere chi è stato. Se non lo avessi trovato in un’ora, avrebbe ammazzato tutta la mia famiglia. Poco dopo arrivò una macchina nel piazzale del salone, scesero ARIA Armando, Michele e Michelino, minacciavano tutti i clienti ad andare via, entrarono nell’ufficio cominciando ad aggredire me e mia moglie, reclamando dei soldi se volevamo stare tranquilli, uscirono fuori, aprirono il cofano della loro macchina e presero alcune mazze. Io scappai via, mi rincorsero e mi colpirono  con calci e pugni strappandomi la maglia che avevo addosso, giunsi nel piazzale del rivenditore di mezzi agricoli fratelli Oliva, poco distante dall’autosalone, mi impossessai di un Audi A4, di proprietà del titolare e raggiunsi la caserma dei carabinieri di Teano.

Tutti gli imputati (tranne Lorenzo Corbisiero) tratti in arresto diversi mesi si trovano tutti ancora sottoposti alle restrizioni imposte dall’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari. Corbisiero venne scarcerato dal riesame. Sul banco degli imputati ci sono Aria Michele Giuliano 1960 Teano, Aria Armando 1981 Vairano Patenora, Aria Michele jr 1987 Teano (domiciliato in Lombardia),  Faella Francesco 1961 Teano, Corso Paride 1985 Teano e Corbisiero Lorenzo 1970 Teano.
Nel collegio difensivo figurano, fra gli altri, gli avvocati Fabrizio Zarone, Marco Andrea Zarone, Ciro Balbo, Vincenzo Cortellessa, Giovanni Scoglio e Ignazio Maiorano.

 

 

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