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Caserta – Scandalo 118, i giudici del Tar bocciano il ricorso della Misericordia

Caserta –  Il ricorso proposto dalla Misercordia contro la revoca dell’appalto per la gestione degli interventi di urgenza su tutto il territorio provinciale. C’è “un robusto quadro indiziario a sostegno della sussistenza di condotte di turbativa d’asta idonee ad inficiarne la validità”. E’ quanto ha messo nero su bianco la Quinta Sezione del Tar Campania (presidente Maria Abbruzzese) nella sentenza con la quale respinge il ricorso della Misericordia di Caivano contro la revoca dell’appalto per il 118 da parte dell’Asl di Caserta. Un provvedimento che è arrivato dopo l’indagine (e gli arresti) dei carabinieri del Nas di Caserta. Negli atti di indagini, c’è anche un riferimento alla gara per il trasporto in emergenza 118. E c’è una telefonata fatta dal dipendente dell’Asl Francesco Della Ventura a Cuono Puzone, presidente dell’associazione ‘Misericordia’ di Caivano del 14 dicembre 2020: “Tutto a posto … E’ tua” dice il dipendente. L’associazione di cui è presidente Puzone riesce ad aggiudicarsi ben due gare (per il trasporto dei pazienti dializzati e per il servizio 118) grazie, secondo gli inquirenti, all’interessamento di Francesco Della Ventura, dipendente presso il dipartimento di Salute Mentale, che si prodiga sia corrompendo un membro della commissione, oggi deceduto, sia seguendo l’intera pratica facendo da trait d’Union tra Puzone ed i suoi galoppini ed i funzionari dell’Asl. Della Ventura in cambio dei favori riceve da Puzone l‘assunzione della moglie presso la stessa “associazione di volontariato”, con impiego all’ospedale di Procida. “Tutto a posto sta a Procida”, conferma Della Ventura a Puzone in una conversazione intercettata dagli inquirenti. “Figurati Franco, te lo meriti. Speriamo che dura parecchio questo lavoro”, replica Puzone. Letti gli atti dell’indagine, il direttore generale dell’Asl di Caserta Ferdinando Russo pressa per la revoca della gara con tanto di segnalazione all’Anac della vicenda. L’associazione ‘Misericordia’ fa ricorso al Tar Campania contestando che, nell’atto dell’azienda sanitaria, non ci sia “una esplicita motivazione circa la effettuata comparazione con l’interesse dei partecipanti alla procedura di affidamento” così come confermato dagli stessi giudici del Tar.

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