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Vairano Patenora – Cava Pizzomonte verso la riapertura, Del Vecchio chiede confronto fra PD e amministrazione

Vairano Patenora – Il territorio come risorsa per lo sviluppo rimane appetibile per molti interessi economici di imprese ed istituzioni ma, come ben sappiamo spesso la natura degli interessi che ruotano intorno alle problematiche ambientali attirano le mire della speculazione. Sembra che la Cava Pizzomonte, torni alla ribalta amministrativa, così come annuncia Dante Stefano del Vecchio che intende sollevare un confronto con il Partito Democratico e l’attuale amministrazione per verifica cosa bolle in pentola. Oggi è partita una conferenza dei servizi per il rilascio di una concessione per la riapertura e lo sfruttamento della cava stessa.
“La cava Pizzomonte, è stata una delle pagine brutte scritte dal 1994 fino al suo sequestro da parte dell’autorità giudiziaria, ma al di la degli aspetti giudiziari, oggi è necessario vigilare sotto il profilo amministrativo, su cosa sta accadendo e quali interessi deve soddisfare la eventuale riapertura. Intanto il Genio Civile di Caserta ha convocato per oggi una conferenza dei servizi per valutare la riapertura “per la prosecuzione della coltivazione e del recupero ambientale”. Si precisa che la cava è esaurita nella sua attività estrattiva e rimangono solo lavori di riprestino ambientale e messa in sicurezza. Pertanto è indispensabile che il Partito Democratico di Vairano riprenda il percorso avviato nel 2010 con i ricorsi presentati allora per bloccare alcuni tentativi di riapertura senza una adeguata e trasparente progettazione di recupero secondo la normativa vigente e senza adeguare i canoni estrattivi in ragione dei metri cubi di materiale. Ricordiamo che la cava ha esaurito la superficie di sfruttamento e rimane da completare la messa in sicurezza dell’impianto secondo rigide norme di ripristino ambientale e ripascimento della gradonature di cui oggi si vedono realizzate parzialmente. Sono da approfondire, altri aspetti ancora, come la quantificazione del materiale da estrarre e l’adeguamento del canone di fitto, se è stata prodotta la convenzione tra Comune e società estrattiva, condizione vincolante prima di ogni autorizzazione alla riapertura. Inoltre vi sono altri aspetti di particolare delicatezza come il cambio di destinazione di uso dal vincolo degli usi civici di altre particelle, in particolare la n° 101, pari a 83.300, e su parte della particella n° 56 per circa 16.660 del foglio di mappa n° 30. E, ancora, approfondire il contratto di sfruttamento tra genio civile e la nuova società ICI srl, che succede alla Italcal. Sarà nostra cura, come avvenne nel 2010, vigilare e fare luce su ogni ombra possa addensarsi sul procedimento amministrativo. Anche perché non dimentichiamo la vergognosa sanatorie sui “canoni estrattivi” realizzate nel passato, e che portarono ad appena 60 mila euro nelle casse del comune per circa 6 anni di estrazione”.

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