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Teano – Impianto Gesia e la sindrome del NIMBY, “Non nel mio cortile”

Teano – Il funzionario regionale titolare della conferenza dei servizi che dovrà decidere sul rilascio dell’autorizzazione per l’impianto Gesia – in località Santa Croce – appare titubante. Riesce, infatti, solo a fare rinvii su rinvii. L’ultimo rinvio, pochi giorni fa. Questa volta per un parere dell’avvocatura regionale.
Dall’altro canto c’è una parte della comunità che non vuole l’impianto e contro di esso si schiera con forza. Eppure la cattiva gestione dei rifiuti è una vera piaga per la gente (in termini di costi) e per l’ambiente (in termini di danni e conseguenze). Servono con urgenza una serie di impianti di cui la Campania è carente, tanto carente che la stessa regione, quindi tutti i cittadini, paga 100mila euro di multa, al giorno, alla Comunità Europea.
Tutti, siamo pronti ad indignarci per la cattiva gestione dei rifiuti; e tutti sono pronti ad opporsi a qualsiasi progetto per la realizzazione di un impianto rifiuti. Tutti sembriamo vittima del fenomeno conosciuto come NIMBY (Not In My Back Yard, Non nel mio cortile). Una sigla che indica la protesta da parte di membri di una comunità locale contro opere di interesse pubblico sul proprio territorio (ad esempio grandi vie di comunicazione, cave, sviluppi insediativi o industriali, termovalorizzatori, discariche, centrali elettriche e simili), ma che non si opporrebbero alla sua costruzione o spostamento in un altro luogo.  Se la sindrome NIMBY colpisse ogni abitante della Terra diventerebbe di fatto impossibile prendere quei provvedimenti indispensabili a ogni comunità che risulterebbero fastidiosi per la relativa zona coinvolta. Si arriverebbe così al paradosso che pur riconoscendo un impianto come essenziale, o comunque valido, non si riuscirebbe ugualmente a erigerlo.

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