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Vairano Patenora – Anticipazione di cassa, i giudici della Corte dei Conti assolvono l’amministrazione Cantelmo

Vairano Patenora – La corte dei Conti dichiara non colpevoli tutti gli imputati di Vairano Patenora per l’utilizzo, secondo la tesi della Procura, improprio e illecito dell’anticipazione di tesoreria. La Corte, dopo la discussione alla pubblica udienza, accogliendo invece la tesi avanzata dall’avvocato Pasquale Di Fruscio e dell’avvocato Felice Laudadio, ha ricostruito in maniera diversa la vicenda. Con questa sentenza i giudici contabili hanno fornito una interpretazione e una lettura completamente opposta a quella tracciata del Procuratore Regionale sull’istituto dell’anticipazione di tesoreria, riprendendo in motivazione tutti gli spunti offerti dalle difese. Una sentenza destinata a fare scuola, perché apre un nuovo orientamento, ridisegnando in conformità alla Costituzione il sistema del finanziamento mediante anticipazione. Soddisfatti tutti gli imputati, nelle persone del Sindaco, assessori, segretario Comunale e dirigenti, che hanno vista riconosciuta la loro innocenza. Non trascurabile il fatto che questa sentenza fa dormire sonni più tranquilli a tanti amministratori locali, costretti a destreggiarsi continuamente con le ormai frequenti crisi di liquidità, che tante volte possono essere anche molto durature senza dovere automaticamente imporre Il ricorso al dissesto così come chiedeva la Procura. Il passaggio più significativo della pronuncia riguarda, appunto, il riconoscimento della assenza nel sistema legale e costituzionale di un divieto assoluto a fare ricorso, anno per anno, alla anticipazione allorché ricorrano fasi, anche durature, di carenza di liquidità che possono essere dovute a fenomeni congiunturali di carattere generale. Erano sotto processo il ragioniere Carlo Risi, il segretario Antonio Ciorlano il vice segretario comunale, Gaetano Di Nocera, il sindaco, Bartolomeo Cantelmo e gli assessori Noemi Robbio, Stanislao Supino, Marco Zanfagna ed Enza Bianco. La Procura della Corete dei Conti chiedeva la condanna al pagamento di un danno erariale pari a circa 100mila euro. Per i giudici della stessa Corte dei Conti, invece, hanno ritenuto di assolvere tutti.

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