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foto di repertorio

Caserta / Mondragone / Caianello – Pronto intervento: caos 118, il territorio resta sguarnito. Lunghe attese per l’arrivo di un’ambulanza. Malati a rischio

Caserta / Mondragone / Caianello – Chiariamolo subito, non è affatto colpa del Coronavirus. E’ colpa, invece, della disorganizzazione, della mancanza di programmazione da parte della Regione Campania e del Governo centrale. Ma è anche colpa del malaffare che come spesso capita nella Sanità, riesce a superare ogni “barriera”. Capita sempre più spesso, ormai. Per lunghe ore grosse fette di territorio restano scoperte, senza ambulanze. Finestre durante le quali chiunque venisse colto da un malore dovrebbe aspettare l’arrivo di una ambulanza per lunghissimo tempo. Una cosa impensabile e insopportabile per un paese che, invece, dovrebbe garantire il servizio di pronto intervento a tutti e in tempi ragionevoli. Essere colti da un malore potrebbe essere fatale.
L’emergenza coronavirus c’entra ma solo in minima parte. I protocolli per combattere la diffusione del contagio sono rigidi, giustamente, così quando un’ambulanza effettua un intervento Covid19, poi quella postazione 118 resta sguarnita per ore e ore. La copertura spetta alla postazione più vicina. Ma se anch’essa è stata interessata da un intervento simile, allora il problema diventa serio per cui, in caso di necessità, prima dell’arrivo di un’ambulanza, potrebbero passare anche ore.
Il tempo maggiore si perde per la sanificazione dei mezzi. Infatti, ogni ambulanza, di qualsiasi postazione  della provincia di Caserta, dopo aver effettuato un intervento Covid19 è costretta a recarsi a Caivano per effettuare la sanificazione e poi rientrare. Una operazione che, appunto, lascia sguarnito il territorio per ore. Inoltre, diversi mesi fa sono stati attuati gli accorpamenti funzionali, ovvero il medico operativo alterna la sua presenza in postazioni limitrofe. E’ il caso di Trentola Ducenta e San Cipriano d’Aversa, Mondragone e Castel Volturno e le due ambulanze di Caserta. Le cose si complicano se si tiene conto che tanti dei medici convenzionati stanno richiedendo il trasferimento, se non sono già andati via per conto loro dimettendosi dal servizio. Così a Caserta di dodici medici che dovrebbero essere attivi, ora ne sono rimasti quattro. I numeri sono da considerare su una turnazione di 24 ore. Quando all’intervento si reca la postazione senza medico, solo con l’infermiere, quest’ultimo non si assume responsabilità di prendere decisioni circa la diagnosi o la terapia e quindi preferisce trasportare il paziente in Pronto Soccorso. Ovviamente da qui la conseguenza è l’intasamento di ambulanze, visto che tale scenario si presenta per diverse postazioni, anche in contemporanea.

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