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Sessa Aurunca / Caserta – Scandalo Sanità: assegnate nuove gare per 4 milioni di euro alla Emmedue.  Indaga la Procura

Sessa Aurunca / Caserta – L’indagine giudiziaria sull’imprenditore sessano, Michele Schiavone, potrebbe allargarsi a vicende accadute poche settimane fa. Infatti, lo scorso 19 febbraio 2021, poche ore prima dell’esplosione dello scandalo giudiziario che ha portato a galla un sistema di malaffare nel mondo di un settore della sanità in provincia di Caserta, la Emmedue – società della famiglia dell’imprenditore Michel Schiavone – si è aggiudicata una importante procedura. Alla Emmedue sono stati aggiudicati tutti e quattro i lotti della gara “Procedura per l’affidamento di servizi socio sanitari presso strutture residenziali SIR ed RSA”, per un valore totale di quasi 4 milioni di euro. La commissione giudicante (facente capo allo stesso ufficio che gestisce i PTRI – Progetto Terapeutico-Riabilitativo Individuale) ha valutato il PROGETTO TECNICO della Emmedue degno di 70/70 per tutti i lotti annientando, di fatto, la concorrenza.
Sulla vicenda, riferiscono alcune indiscrezioni raccolte nel mondo della sanità, starebbe indagando la Procura per capire se la vicenda possa essere stata “influenzata” dalla stessa “manina” che finora avrebbe – secondo le accuse mosse dalla Procura della Repubblica  favorito l’imprenditore sessano nel settore dei PTRI (Progetto Terapeutico-Riabilitativo Individuale).
Un settore nel quale la Emmedue è diventata un colosso schiacciando le piccole cooperative del casertano, che da anni provano a lavorare nell’assistenza ai disagiati psichici. Lo scenario che sta emergendo dalle recenti indagini della Procura della Repubblica, sebbene disegni un scenario più che inquietante ci regala un quadro chiaro che ben spiega come mai “Emmedue” abbia fatto “razzia” di aggiudicazioni di PTRI negli ultimi anni. Se quanto sostenuto dagli inquirenti sarà confermato dal prosieguo delle indagini si potrebbe parlare di un sistema clientelare nato ad hoc per  la “Emmedue” e per i vertici Asl collusi. Tutto ciò a discapito della libera concorrenza ma anche e soprattutto a danno dei pazienti trattati come “macchine da soldi”.

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