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TEANO – Il giudice concede i domiciliari, la casa non è accogliente: imprenditore torna in carcere. La protesta del difensore

TEANO – “Sicuramente la condizione del mio assistito è migliore di tanti Rom che ogni giorno vengono messi agli arresti domiciliari nei vari campi Rom d’Italia. Come mai in quel caso nessuno si mette a sindacare se la residenza dell’indagato è agibile?  Trovo davvero assurdo che un uomo, a cui già è stato tolto praticamente tutto, debba restare in carcere solo perché la casa in cui voleva stare è vecchia”.  
Sono parole dell’avvocato Ciro Balbo che ha voluto evidenziare la propria contrarietà intorno alla vicenda avvenuta a Teano qualche sera fa. L’avvocato ha assicurato che non si arrende e che attuerà ulteriori azioni per permettere al proprio assistito di lasciare il carcere. E’ durato pochissimo, per un imprenditore di Teano, il sogno di lasciare il carcere nel quale è rinchiuso da alcuni mesi. Il giudice, accogliendo la richiesta del difensore dell’indagato, l’avvocato Ciro Balbo, ha concesso il beneficio degli arresti domiciliari. Tutto sembrava risolto, in serata Giacomo Russo è stato accompagnato nell’abitazione messa a disposizione da un suo amico, una casa ubicata in una frazione di Teano, ben lontana da quella in cui vive il resto della famiglia di Russo. Il trasferimento dal carcere alla residenza è avvenuto con la polizia penitenziaria che giunta sul posto, però, ha rimesso in macchina il 63enne, riportandolo in carcere. L’abitazione non era abbastanza accogliente, mancava di servizi essenziali ed era pure priva di corrente. Una condizione precaria confermata anche dal successivo sopralluogo eseguito dai carabinieri della locale stazione che hanno verificato lo stato dei luoghi su precisa disposizione del giudice.

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